Nazi sotto speed. Metanfetamina: Wermacht esercito di dopati

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Settembre 2015 - 10:47 OLTRE 6 MESI FA
Metanfetamina: Wermacht, un esercito di dopati

Metanfetamina: Wermacht, un esercito di dopati

ROMA – Non è una novità che durante la seconda guerra mondiale l’esercito tedesco facesse uso di potenti stimolanti: un saggio appena uscito in Germania rivela tuttavia come i soldati della Wermacht formassero un esercito di dopati, dipendenti dal Pervitin, un tipo di amfetamina che veniva distribuito e somministrato sistematicamente dai medici militari.

Hitler stesso ne era dipendente, ma il suo consumo di massa tra i soldati contribuisce a capire meglio i segreti dei successi militari tedeschi all’inizio della guerra, i famosi blitzkrieg con cui in un lampo la Germania si prese mezza Europa. Ci volevano 72 ore di guida ininterrotta per aggirare la linea Maginot: così fu preso in 4 giorni il Belgio. E prima ancora la Polonia.

“In Der totale Rausch. Drogen im Dritten Reich” (potremmo tradurre Intossicazione totale, droga nel terzo Reich) il libro dello scrittore Norman Ohler, rappresenta un contributo importante per la comprensione la storia del nazionalsocialismo. Secondo Hans Mommsen, il più ilustre degli storici del nazismo, questo studio “cambia il quadro generale”.

Potente succedaneo delle anfetamine e progenitore dei cristalli di meth o speed distribuiti nelle piazze di spaccio attuali, il Pervitin fu sintetizzato nel 1937 in Germania da  Theodor Temmler: il prodotto incontrò subito un vasto riscontro pubblico grazie anche a una persuasiva campagna pubblicitaria che ne esaltava i vantaggi. L’amplificato rilascio di dopamina fa sparire il bisogno di mangiare e dormire, aumenta le prestazioni fisiche, dà coraggio, annulla le sensazioni negative come la paura.

Paura e non solo: occulta e fa dimenticare gli orrori di cui si è testimoni in guerra. Una testimonianza diretta della normalità dell’abuso di questa amfetamina la si poteva cogliere già nelle lettere dal fronte del grande scrittore e premio Nobel Heinrich Böll, soldato a vent’anni che così scriveva alla sua famiglia a Colonia il 20 maggio 1940: “Forse potete farmi arrivare un rifornimento di Pervitin“, spiegando in seguito come una sola di quelle pillole lo tenesse sveglio più di molte tazze di caffè, fargli dimenticare temporaneamente il terrore della guerra. E per un momento, essere felice.