Pilota Air France: “Dormito solo 1 ora”. Aereo Rio-Parigi cadde nel 2009

Pubblicato il 17 Marzo 2013 - 20:07| Aggiornato il 13 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ”Stanotte non ho dormito abbastanza. Un’ora. Non è sufficiente”. Sono le parole del comandante del volo dell’Air France Rio-Parigi, poco prima che l’aereo si inabissasse nell’Atlantico la notte del 1 giugno 2009, con 228 persone a bordo. Parole contenute nel rapporto giudiziario presentato l’estate scorsa al Tribunale di Parigi e visionato finora solo dagli avvocati dei familiari delle vittime, e di cui il settimanale francese Le Point è entrato in possesso.

Secondo quanto sottolinea il magazine, i piloti ai comandi dell’aereo erano stanchi e anche per questo, oltre al malfunzionamento dei sensori di velocità, non riuscirono a rispondere in modo adeguato all’emergenza che si era creata in volo.

Anche il rapporto del Bea, l’Ufficio inchieste e analisi degli incidenti aerei francese, concluse che ci fu prima una disfunzione tecnica, poi l’errore umano. Ma al contrario di quello degli esperti giudiziari, sottolinea Le Point, non faceva riferimento al fattore ‘fatica’ del comandante, perché considerato un elemento relativo alla vita privata.

Ecco perché, aggiunge il giornale, non vi fu alcuna inchiesta sull’attività e sulle ore di riposo dei piloti durante lo scalo a Rio. Durante la ricostruzione dell’incidente, era emerso che, quando i sensori Pitot dell’Airbus si congelarono cominciando a indicare misure incoerenti della velocità, ai comandi c’erano i due co-piloti, e non il comandante che poco prima aveva lasciato la cabina di controllo per andare a riposarsi.