Oltre 300.000 bambini rubati e venduti in 50 anni nella Spagna di Franco

Pubblicato il 17 Ottobre 2011 - 13:47 OLTRE 6 MESI FA

MADRID – Circa 300.000 bambini spagnoli rubati dai loro genitori e rivenduti, negli ultimi 50 anni. Figli di famiglie notoriamente di sinistra che la dittatura militare di Francisco Franco avrebbe preso e venduti in adozione a famiglie che se li potevano permettere. Una pagina orribile della storia spagnola che riemerge in questi giorni e che ci racconta il Daily Mail: molte famiglie ora si sono rivolte ai tribunali per capire che fine possano aver fatto i loro figli rubati. Il tutto a portato all’apertura di una maxi inchiesta.

Ad esempio la 78enne Concepcion Rodrigo Romero che ha dato alla luce un bambino prematuramente nel 1971. Il dottore nell’ospedale di Siviglia le disse che aveva avuto un bambino, che era piccolo ma “sano e capace di diventare molto più grande”. Il dottore non è mai più riapparso e lei non ha più visto suo figlio.

In seguito alla famiglia venne detto che il bambino era stato mandato “ad un altro ospedale per accertamenti, ma era morto”. I Romero non hanno mai creduto a questa versione: “So che mio figlio mi è stato rubato”, dice ora la madre. “L’ho sempre saputo, l’ho sempre creduto”. Sono moltissime le famiglie che pensano alla stessa maniera.

Figli rubati solo perché i propri genitori erano di una fede politica diversa: il problema è che questi casi ora sarebbero tutti coperti da prescrizione, rendendo impossibile ogni vicenda legale sulla faccenda. Questo nonostante Baltasar Garzón, il più noto giudice spagnolo, avesse tentato nel 2008 un’indagine sul tema: “I bambini continuarono a scomparire dal 1950 al 1990, ben oltre le dimissioni di Franco nel 1975”, sottolineando come quella che nacque come una vicenda politica continuò come tratta di bambini da criminalità comune.