Aquilani, Marco Staffoli, Davide Lippi: i contatti di Carminati nel calcio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Dicembre 2014 - 14:58 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Carminati

Massimo Carminati

ROMA – Non solo ultrà, Massimo Carminati, come si legge nelle oltre mille pagine dell’ordinanza dell’inchiesta su “Mafia Capitale” e come scrive oggi il Corriere della Sera, è entrato in contatto con diverse personalità del mondo del calcio: Marco Staffoli, marito della Sensi, Alberto Aquilani, ex calciatore della Roma e ora alla Fiorentina, Davide Lippi, figlio di Marcello e anche Daniele Pradè, ex direttore sportivo giallorosso.

Il legame con Marco Staffoli, scrive Giulio De Santis del Corriere della Sera – nasce per realizzare «un parco giochi su un terreno in via Monterosi» di proprietà di Staffoli. All’esecuzione del progetto concorrono due politici intercettati diverse volte al telefono con Carminati: Marco Perina (ex vice vicepresidente del XX Municipio, Ncd) e Simone Ariola (assessore al Commercio del XV Municipio, lista Marchini). L’incontro con la Sensi – scrivono gli investigatori – avviene «il 13 settembre del 2013, quando Carminati organizza una riunione nella sua l’abitazione con il figlio Andrea, Franco Testa e Staffoli con la Sensi per definire alcune questioni». Il contatto con Aquilani e Lippi risale, invece, allo scorso aprile. Marco Iannilli deve «versare all’Erario 250mila euro per preservare dalla confisca la sua villa di Sacrofano dove dimora Carminati». In un’intercettazione Iannilli «asserisce che il denaro necessario gli sarebbe stato prestato da Alberto e Davide», identificati dal Ros come «il calciatore della Fiorentina e l’intermediario calcistico». Il 9 aprile scorso la compagnia di Iannilli contatta la moglie di Aquilani, la soubrette Michele Quattrociocche: «dal tenore della conversazione si comprende il profondo legame di amicizia tra le due famiglie». Poi, i rapporti con Daniele Pradè, ex ds giallorosso. Il Ros intercetta il dirigente che chiama Carminati il 21 settembre 2012. Il Nero dice a Pradè che quanto torna a Roma potevano andare a mangiare «…alla piazzetta nostra…». Replica di Pradè: «Lo dico con grande forza: sono assolutamente sereno, nessun tipo di interesse comune».