Certificato antipedofilia in vigore dal 7 aprile: dubbi per baby sitter e colf

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Aprile 2014 - 13:55| Aggiornato il 5 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Certificato antipedofilia in vigore dal 7 aprile

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando (LaPresse)

ROMA  – Certificato antipedofilia obbligatorio da lunedì  7 aprile, per chi lavora a contatto con i minori. Una norma che ha provocato subbuglio in vari ambienti. Se sono rientrati i timori espressi nei giorni scorsi dal mondo del volontariato – una circolare del ministero della Giustizia ha già chiarito che l’obbligo del certificato del casellario giudiziale non riguarda i volontari – e tirano un sospiro di sollievo le società sportive (sono escluse le forme di collaborazione endoassociativa) – restano dubbi sull’applicazione delle nuove regole ad altre categorie, come, ad esempio, baby sitter, colf, docenti, bidelli.

Persino la Cei solleva perplessità chiedendo maggiore chiarezza mentre l’osservatorio giuridico dei vescovi dà le prime indicazioni: i catechisti sarebbero esclusi dalla nuova disposizione sul certificato del casellario giudiziario. La norma in questione, contenuta nel Decreto legislativo 39 del 4 marzo 2014 attuativo di una Direttiva Comunitaria relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile, prevede che qualunque datore di lavoro che impiega una persona per lo svolgimento di attività professionali o volontarie che comportino contatti diretti e regolari con minori deve richiedere al lavoratore il certificato penale del casellario giudiziale.

Lo scopo è quello di verificare l’esistenza di condanne per una serie di reati – pornografia, prostituzione, adescamento e violenza – ai danni di minori. Se il datore di lavoro non richiede il certificato è soggetto a una sanzione che va dai 10mila ai 15mila euro. Tra i primi a chiedere lumi l’Assindatcolf, l’ associazione Sindacale dei datori di lavoro dei collaboratori familiari che rivolge un appello al governo affinché sia rinviata l’entrata in vigore della norma che “rende di fatto impossibile, alle famiglie con figli minori, di disporre liberamente l’assunzione di un collaboratore familiare generando, in tal modo, un grave disagio per le stesse”.

Secondo l’associazione, che pure condivide le finalità e le buone intenzioni contenute nell’iniziativa legislativa, l’introduzione dell’obbligo per il datore di lavoro di richiedere il certificato penale del futuro dipendente, porterà sia alla paralisi delle assunzioni sia a favorire le assunzioni in nero. Allarme anche tra i dirigenti scolastici.”Riceviamo da stamani – spiega il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna – molte telefonate dalle scuole perché c’è preoccupazione che in assenza di un tempestivo chiarimento da parte del ministero ci possano essere dirigenti scolastici che richiedano a tappeto certificati antipedofilia a tutto il personale, insegnanti e bidelli. E’ ovvio che la materia deve vedere per la scuola una sua specifica regolamentazione altrimenti si rischia di creare tensioni tra il personale”.

Posizione condivisa anche da altri sindacati del settore. Che ci sia bisogno di mettere qualche paletto è chiaro anche al ministero dell’Istruzione. I tecnici del ministero dell’Istruzione stanno lavorando a una circolare che spieghi in modo chiaro ai dirigenti come muoversi: un adempimento complesso considerando che a scuola transitano tante persone, dai prof ai bidelli, agli addetti alle pulizie.