La Cassazione: “Vietato pubblicare foto con volti di mendicanti”

Pubblicato il 31 Gennaio 2012 - 18:40 OLTRE 6 MESI FA

Il Palazzo della Corte di Cassazione (Foto LaPresse)

ROMA – Le foto con i volti di mendicanti non potranno più essere pubblicate: lo dice una sentenza della Corte di Cassazione. Per la Suprema Corte “non è possibile negare l’oggettiva valenza diffamatoria” della pubblicazione di uno scatto di chi chiede la carità. “La coscienza comune pone questi soggetti in uno dei gradini più bassi della cosiddetta scala sociale ed è allora naturale che chi sia costretto dalla necessità a praticare la mendicità e venga additato come tale si sentirà mortificato e gravemente ferito nella sua onorabilità”.

Se si vuole denunciare il fenomeno è necessario “coprire i volti delle persone coinvolte in fenomeni sui quali grava un pesante giudizio negativo della collettività”.

La sentenza della Corte riguardava la vicenda di una donna romena, Ciucar C., che ha sporto denuncia dopo che era stata ritratta di una foto pubblicata a corredo di un articolo di un giornale di Trento in cui si parlava di pacchetto sicurezza. La foto della donna era accompagnata dalla didascalia “una questuante all’opera nel centro storico di Trento”.

Nella sentenza il giudica fa notare che “la fotografia di Ciurar C., indicata come questuante all’opera posta a corredo dell’articolo non può essere considerata neutra, dal momento che il lettore è portato ad identificare la persona rappresentata con uno dei mali da combattere – l’accattonaggio diffuso – e l’ipotizzato collegamento con ambienti malavitosi – ed uno dei problemi da eliminare per garantire una pacifica vita cittadina”.

La Cassazione ha fatto notare che “quando per esigenze di cronaca si mostrano immagini di persone in qualche modo coinvolte in fenomeni sui quali grava un pesante giudizio negativo della collettività – al fine di evitare che si crei un preciso collegamento tra un fenomeno generale e una specifica e individuabile persona fisica ed evitare quindi la conseguente e inutile carica di disdoro personale – si usa sgranare o comunque coprire il volto della persona ritratta per renderla non identificabile”.