Costa Concordia, pronto il suo ultimo viaggio tra le polemiche

Concordia, pronto il suo ultimo viaggio tra le polemiche
La Concordia (LaPresse)

LIVORNO – La Concordia è al Giglio è immersa di 30 metri. Con il rigalleggiamento dovrà emergere di circa 12 per ottenere un pescaggio di circa 18 metri e mezzo: poi potrà essere trainata via mare e, soprattutto, potrà accedere alla diga foranea e al molo est del porto di Genova Voltri. Dal 14 luglio si devono far emergere gradualmente quattro ponti, dal 6 fino al ponte 3 compreso.

Test decisivi in queste ore al Giglio sulla Concordia per verificare il funzionamento dei movimenti della zavorra artificiale formata dalla cintura di cassoni ‘aria-acqua’ per far rigalleggiare la nave. I test elettrici e pneumatici sono sott’acqua.

Nei preparativi cambia anche la sala controllo da dove il ‘senior salvage master’ Nick Sloane guiderà le operazioni con uno staff ristretto: è la stessa del ‘parbuckling‘ ma ora è installata sul ponte più alto. In questa fase dell’operazione sono impegnate circa 300 persone.

In particolare, si apprende al Giglio, sono in corso test dei sistemi elettrici e pneumatici dell’impianto dedicato alla movimentazione della zavorra dei cassoni, che formano una cintura intorno alla nave, ossia dei sistemi che servono per controllare e comandare l’immissione di aria compressa nei cassoni e la conseguente espulsione dell’acqua al momento del rigalleggiamento, per favorire la parziale riemersione del relitto.

Inoltre, in vista delle manovre di spostamento del relitto e successivo rimorchio, i tecnici lavorano alla predisposizione sulla Concordia gli attacchi necessari per collegare i cavi dei rimorchiatori e sistemare le ancore di rinforzo previste per l’ormeggio della fase di rigalleggiamento.

Secondo i piani, il 14 luglio – giorno fissato dal cronoprogramma per lo start delle operazioni di rigalleggiamento – grazie al sistema dei cassoni, prima dovrebbe risalire la poppa, poi a seguire la prua, quindi il relitto verrà riportato in assetto e ormeggiato a circa 30 metri a est, verso l’esterno dall’isola. I test di queste ore devono dare un corretto funzionamento degli apparati posizionati sulla nave. Sempre in base a quanto si apprende Costa spa e consorzio Titan Micoperi hanno predisposto un’analisi delle criticità e dei rischi dell’operazione che in una delle peggiori ipotesi prevede lo scivolamento della nave in una ‘scarpata’ marina di 100 metri di profondità davanti al Giglio.

 

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie