Fonsai, intercettazioni portano a Berlusconi: Giannini accusato di corruzione

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Novembre 2013 - 10:34 OLTRE 6 MESI FA
Fonsai, intercettazioni portano a Berlusconi: Giannini accusato di corruzione

Giancarlo Giannini (Foto LaPresse)

TORINO – Il caso Fonsai arriva ad Arcore. Dalle intercettazioni telefoniche spunta ora un’indagine della Procura di Milano che vedrebbe indagato per corruzione l’ex presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini. Ottavia Giustetti su Repubblica scrive di un’inchiesta che accuserebbe l‘Isvap di aver “chiuso un occhio su Fonsai in cambio di qualche contropartita”.

Gli intercettati, oltre alla famiglia Ligresti e al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri finita nella bufera, sono ora Fausto Marchionni, Alberto Alderisio ed Emanuele Erbetta:

“Dalle carte che riportano le telefonate degli indagati si scopre ora che la procura di Milano, che ha in piedi una indagine articolata sulla compagnia di assicurazione della famiglia siciliana, punta dritta «ad Arcore» con l’ipotesi di corruzione per l’ex presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini. Il manager Fausto Marchionni, indagato a Torino e intercettato, il 19 dicembre 2012 rivelava all’uomo di fiducia di Ligresti, Alberto Alderisio, il contenuto della testimonianza rilasciata al pubblico ministero milanese Luigi Orsi da un altro manager, Emanuele Erbetta. «Il magistrato cerca le prove della corruzione della famiglia Ligresti nei confronti di Giannini» dice; Erbetta risponde di non saperne nulla e il pm sempre secondo il racconto di Marchionni – lo incalza, «ma come no, è lei che ha voluto essere portato ad Arcore ed è andato ad Arcore a perorare la causa di Giannini».

Secondo i magistrati di Milano, l’Isvap avrebbe “chiuso un occhio su Fonsai”:

“L’ipotesi è che l’Isvap per anni avesse chiuso un occhio su Fonsai in cambio di qualche contropartita. Lo stesso Ligresti avrebbe raccontato di aver interceduto con Berlusconi per far ottenere a Giancarlo Giannini un incarico all’Antitrust. L’ingegnere di Paternò proprio in quell’interrogatorio avrebbe raccontato di avere speso la propria «raccomandazione» più volte di fronte a Berlusconi, citando anche il caso Cancellieri e il suo desiderio, quando era prefetto, di non cambiare incarico”.

Una testimonianza in particolare, scrive Repubblica, potrebbe fornire la svolta ed è quella di Giovanni Cucinotta, dirigente Isvap:

“Cucinotta ha raccontato che il presidente rifiutò di denunciare alla procura i quaranta milioni di consulenze incassati «senza giustificazione» da Salvatore Ligresti: «Giannini disse che erano sciocchezze » e racconta inoltre che «tutte le richieste di ispezione formulate dal mio ufficio furono posticipate»”.

Anche il Corriere della Sera, in un articolo di Andrea Galli, scrive del nuovo filone d’inchiesta che arriva dalle indagini sui Ligresti e che punta a Silvio Berlusconi:

“Nell’ascoltare le conversazioni di Fausto Marchionni con Alberto Alderisio, gli investigatori hanno estrapolato e sottolineato passaggi telefonici che raccontano di una convinzione della coppia. Che il pm Luigi Orsi, il magistrato che insieme ai colleghi torinesi indaga sul mondo di Fonsai, nell’interrogatorio a Emanuele Erbetta (quella terza persona di cui sopra) avesse insistito con domande per portare la conversazione sull’ex premier”.

Le intercettazioni di Marchionni e Alderisio riguardano l’interrogatorio di Erbetta da parte del pm Orsi:

“Nella chiacchierata intercettata, con «questo» si intende il magistrato. Ecco il testo: «Questo cerca le prove della corruzione della famiglia nei confronti di Giannini. Io non ho prove di questo tipo di corruzione, ma come no, è lei che ha voluto essere portato ad Arcore, ed è andato ad Arcore per perorare la causa di Giannini. Insomma, gli ha piantato una storia gigantesca su ‘sta roba». Aggiunge Marchionni che, dall’ufficio del dottor Orsi, Erbetta è «stato trattato a calci nei denti», cosa che lo ha reso furibondo”.