Igor Vaclavic è ancora lì: i cani lo fiutano fino all’acqua, sparita una zattera

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Aprile 2017 - 11:28 OLTRE 6 MESI FA
Igor Vaclavic è ancora lì: i cani lo fiutano, lui fa perdere le tracce in acqua

Igor Vaclavic è ancora lì: i cani lo fiutano, lui fa perdere le tracce in acqua

ROMA –  Igor Vaclavic è ancora lì: i cani lo fiutano, lui fa perdere le tracce in acqua. Anche droni in azione per cercare il killer latitante tra le province di Bologna e Ferrara. I velivoli elettronici sono utilizzati dai Carabinieri per esplorare i punti più difficili da raggiungere per gli uomini, impegnati nell’imponente rastrellamento in corso.

Le ricerche si concentrano sempre in particolare in una ‘zona rossa’ tra le oasi di Marmorta e Campotto, tra canali e boscaglia nei comuni di Molinella e Argenta, una quarantina di chilometri quadrati che da tre giorni sono battuti palmo a palmo per scovare Igor Vaclavic alias Norbert Faher, il serbo di 41 anni accusato dalle Procure di Bologna e Ferrara degli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri.

Una piccola imbarcazione, poco più che una zattera, è sparita da un paio di giorni nei luoghi in cui si concentrano le ricerche. La barchetta era di un contadino e la sparizione è emersa durante la perlustrazione in corso da parte delle squadre di carabinieri nei casolari della zona. Era utilizzata dal proprietario per piccoli spostamenti nel dedalo di canali e acquitrini dell’area non bonificata, dove è in corso da sabato sera la caccia all’uomo. E’ solo un’ipotesi, ma non si può escludere che sia stata presa dal ricercato, che dopo essere riuscito ad appropriarsi della barchetta l’ha nascosta.

In due occasioni nelle ultime ore i cani molecolari, addestrati per seguire le scie olfattive, sembravano aver fiutato la pista giusta per trovare il killer ricercato tra le province di Bologna e Ferrara per gli omicidi di Budrio e Portomaggiore. Ma in entrambi i casi gli animali, a cui erano stati fatti annusare gli indumenti abbandonati in un furgoncino dall’indagato, si sono fermati sulla riva di corsi d’acqua.

La circostanza fa pensare che si possa essere immerso nei canali, numerosi nell’area palustre dove si concentrano le battute, facendo così smarrire le proprie tracce. Nei racconti sul latitante ce n’è anche uno risalente al 2010, quando per sfuggire ad un arresto per rapina nel Ferrarese si gettò in un fiume e rimase sott’acqua respirando con una canna. Poi alla fine, però, fu preso.