ROMA – “I nomi li abbiamo già scelti, ma li custodiamo nel nostro cuore”. La coppia protagonista dello scambio di embrioni all’ospedale Pertini di Roma è decisa a portare avanti la gravidanza. In un’intervista al Corriere della Sera, la mamma che ha scoperto di portare in grembo i figli di un’altra è sicura: “Loro crescono in noi. E anche biologicamente stanno cambiando, adesso, dentro di me”. Temono una battaglia legale ma l’ipotesi di “un figlio per coppia” sarebbe una “fantasia folle”.
“Ogni giorno – prosegue il marito – pensiamo all’altra coppia, vittime pure loro. Ma se mi chiede adesso di incontrarli le rispondo: aspettiamo qualche minuto, eh?. Non sono nemici, ma nei loro panni, col cuore a pezzi, lascerei perdere. Hanno perso una fase fondamentale, la maternità. Mia moglie non è un animale da riproduzione”.
E rivolge un accorato appello all’altra famiglia per scongiurare l’incubo di finire in tribunale:
“Chiunque vincesse sarebbe sconfitto. Io dico: facciamo nascere questi bambini e poi lasciamo che prevalga il buonsenso”.
L’eresia di dividere un gemellino per coppia li ha sfiorati, dice lei, “ma è un pensiero paradossale rispetto a una situazione paradossale”. “Una fantasia folle” precisa il marito:
“Il punto è: sarebbe giusto dividere i bambini per soddisfare un egoismo degli adulti? Non credo”.
Con la mano sinistra intrecciata a quella di suo marito sul pancione ricorda quell’incredibile giorno in cui ha scoperto di aspettare figli geneticamente non suoi: dopo la villocentesi, racconta,
“Il primario m’ha detto: signora, il suo patrimonio genetico non è compatibile. Il giorno più felice della mia vita devastato. Dentro hai qualcosa che sta crescendo ma non ti corrisponde. Da lì abbiamo dovuto decidere se portare avanti o no la gravidanza”.
Lui ci ha pensato “un giorno e basta”:
“Però poi ho pensato: chi sono per decidere della vita e della morte?. Poi c’è una differenza tra padre e funzione paterna”.
Quanto allo scambio di embrioni,
“parlare di errore umano offende l’intelligenza: questa è malasanità, imperizia”.
La donna, infine, riflette sulla fecondazione assistita:
“A volte i figli arrivano senza essere desiderati – osserva – Chi si sottopone a un percorso così pieno di prove e ostacoli è mosso dal triplo amore”.
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