Severino “svuota-carceri”? 21 mila detenuti in più dei posti disponibili

Pubblicato il 30 Aprile 2012 - 19:53 OLTRE 6 MESI FA

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ROMA, 30 APR –  Sono ancora 21 mila i detenuti oltre la capienza regolamentare ufficiale degli istituti di pena che è di 45.742 posti letto, ma i posti reali- secondo l’associazione Antigone – sono molti meno visto che tanti reparti sono chiusi per manutenzione ordinaria o straordinaria. Il sovraffollamento nelle carceri italiane resiste nonostante i provvedimenti svuota-carceri, prima di Angelino Alfano e poi del attuale ministro della Giustizia Paola Severino.

Eppure nel complesso 5.533 detenuti sono usciti grazie alla detenzione domiciliare prevista dalle leggi Alfano-Severino. Ma – secondo Antigone – è il provvedimento che avrebbe dovuto limitare le cosiddette porte girevoli, ossia quegli ingressi in carcere per pochi giorni dopo l’arresto, a non funzionare già più, e gli arresti con conduzione in carcere sono ripresi.

Inoltre facendo un raffronto di medio periodo negli anni la durata della custodia cautelare e’ in crescita e le pene comminate sono più lunghe. La regione con il più alto tasso di sovraffollamento è la Puglia, dove il numero di detenuti è praticamente doppio rispetto alla capienza regolamentare (4.650 su 2.463), a seguire Lombardia (9.389 su 5.384 posti) e la Liguria (1.831 su 1.088). Il Trentino Alto Adige ha invece, al contrario più posti che detenuti (340 su 520). La Campania rappresenta un altro caso limite, ci sono in carcere più imputati che condannati. Il 51,5% aspetta in un istituto di pena la conclusione dell’iter giudiziario. Prima della entrata in vigore della legge Alfano, ossia il 31 dicembre del 2010 la popolazione carceraria era di 67.961 persone.

Gli effetti – ricorda Antigone – sono stati ben lontani dalla prevista riduzione di ottomila unità: al 31 dicembre 2011 i detenuti erano infatti 66.897. Quindi poco più di mille in meno. E anche dopo il decreto Severino al 13 aprile 2012 i detenuti arrivano a 66.585, quindi soli altri 312 in meno. E il quadro di sovraffollamento e sofferenza pesante non può non incidere sul numero dei morti in cella: 37 nel primo trimestre di quest’anno, di cui 35 nelle carceri e 2 all’interno delle camere di sicurezza della questura di Firenze. Il tragico bollettino comprende 17 suicidi, 5 morti per malattia e per 15 le cause sono ancora da accertare.