Sergey Anatolyevitch Torop (Vissarion): il Gesù russo con 10mila fedeli

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Luglio 2013 - 12:04 OLTRE 6 MESI FA
Sergey Anatolyevitch Torop (Vissarion): il Gesù russo con 10mila fedeli

Sergey Anatolyevitch Torop (Vissarion): il Gesù russo con 10mila fedeli

MOSCA – Sergey Anatolyevitch Torop, in arte Vissarion, ha barba lunga, vestiti fluenti, un sorriso ipnotico (più o meno) e, soprattutto, un’arma dalla sua: è la reincarnazione di Gesù Cristo, almeno così sostiene lui stesso ma non solo, a pensarla così ci sono circa (secondo gli ultimi calcoli) 10mila seguaci, 4mila dei quali hanno deciso di vivere in baracche poco attraenti nella Siberia meridionale (sempre meglio della Siberia settentrionale). La Città del Sole, così è stata ribattezzata dai fedeli la baraccopoli-religiosa made in Vissarion. Non poteva mancare la coorte reale di apostoli tra i quali possiamo trovare un ex colonnello delle forze nucleari strategiche dell’ Unione Sovietica.

Gli adepti, i fedeli, i Vissarion-credenti non bevono, non fumano, non mangiano carne e pensano che “la fine della Luce sia vicina”, ovvero l’apocalisse. Lo stesso Sergey ha provato, senza fortuna, a predire più volte la fine del mondo. “Sono Gesù Cristo, era profetizzato che sarei tornato per finire quel che ho iniziato”, urla il Vissarion, predicando su una lastra di ghiaccio davanti ai suoi fedeli. “Presto il mondo finirà” ma intanto Sergey ci prova, nell’attesa perché non strappare un bel pezzo di terra alla madre-patria Russia? Diciamo un pezzo di terra più o meno il doppio del New Jersey potrebbe bastare. Queste le dimensioni dell’insediamento religioso di Sergey, ormai a capo della più grande riserva naturale (e religiosa) del mondo.

Ultimo capitolo.  La comunità è fatta da un numero di donne maggiore rispetto a quello degli uomini, così a un certo punto Vissarion ha proclamato la possibilità di costruire dei “triangoli” amorosi, sempre se la prima moglie è d’accordo. La donna, dice il Maestro, deve servire l’uomo, come l’uomo serve Dio.