Turchia, ancora oscurato YouTube

Pubblicato il 3 Novembre 2010 - 17:39 OLTRE 6 MESI FA

E’ durato solo 48 ore l’entusiasmo degli internauti turchi per la revoca, domenica, della censura imposta da quasi tre anni sul popolare sito web YouTube, la piattaforma per la condivisione di filmati. I responsabili dell’Authority turca per le telecomunicazioni (Tib), infatti, ne hanno deciso nuovamente l’oscuramento sulla scia di una sentenza emessa ieri sera da un tribunale di Ankara.

La decisione di censurare di nuovo YouTube (per la quarta volta in tre anni) è venuta in seguito al rifiuto del website di rimuovere un video – ripreso in segreto – che mostra Deniz Baykal, l’ex leader del Partito Repubblicano del Popolo (Chp, socialdemocratico all’opposizione), in intimita’ con una donna. Lo scorso maggio, quando il video-scandalo apparve su internet, Baykal fu costretto a dimettersi dall’incarico. Di conseguenza, da stamani in Turchia, quando si tenta di collegarsi a YouTube, compare sul video una scritta che informa che il servizio è stato censurato dalla Tib. L’ultima volta YouTube era stato bloccato il 5 maggio 2008 perché al suo interno erano stati immessi a piu’ riprese (da utenti greci) alcuni video ritenuti offensivi dell’immagine di Mustafa Kemal Ataturk, il fondatore della moderna Turchia.

La decisione di sospendere la censura del website era venuta dopo che sabato il Procuratore della Repubblica di Ankara aveva accertato che i video incriminati erano stati rimossi. Secondo un rapporto diffuso a giugno dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) in Turchia sono oltre 5.000 i siti internet censurati sulla base della legge n. 5651 (quasi 8.000 per il sito turco engelli.web), cosa che pone di fatto la Turchia nella lista dei Paesi che maggiormente limitano la liberta’ d’espressione. Dal canto loro le autorità turche sostengono che la censura è necessaria perche’ il 90% delle pagine web oscurate contiene materiale pornografico mentre nel restante 10% vi sono insulti ad Ataturk. Nel dicembre scorso la turca Internet Technologies Association (Itd) – dopo aver tentato invano di ricorrere alla magistratura locale – citò  in giudizio il governo di Ankara davanti alla Corte europea per i diritti umani (Echr) proprio a causa del divieto di accesso a YouTube che, secondo l’Itd, limita la libertà di informazione. Alla base del ricorso della Itd c’è la violazione dell’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti umani che sancisce il diritto alla liberta’ d’espressione compresa la liberta’ di sostenere opinioni e di ricevere e fornire informazioni ed idee.