Imu sospesa per decreto più Cig, Iva, Tares, riforma lavoro…Costo: 6 mld

Pubblicato il 5 Maggio 2013 - 09:07| Aggiornato il 10 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Imu sulla prima casa sospesa per decreto, soldi da destinare subito alla cassa integrazione in deroga, provare a non aumentare l’Iva: sono queste le priorità che il governo Letta deve sbrigare subito.

E per fare questo servono 6 miliardi: la sospensione dell’Imu costa 2-3 miliardi di introiti, 2 miliardi il mancato aumento dell’Iva, circa 1,5 miliardi i fondi per la cig in deroga.

Dove trovare quei soldi? Roberto Bagnoli sul Corriere della Sera spiega che l’idea del governo è quella di recuperarli dall’Imu sulle seconde case, revisione delle rendite catastali e modulazione della Tares.

Imu

Roberto Mania e Valentina Conte, su Repubblica, spiegano come cambierebbe l’Imu: alzare le franchigie per esentare più proprietari possibili. L’imposta potrebbe però cambiar pelle e diventare una “tassa Ics”, su casa e servizi, sul modello tedesco.

Tares

Continuano Mania e Conte: La nuova tassa sui rifiuti sarebbe rimandata a dicembre. Nel calderone potrebbero confluire anche l’imposta di registro, l’addizionale comunale all’Irpef e un aggravio per le case di lusso, sopra il milione e mezzo di rendita catastale, ad esempio.

Imprese

Quindi, dicono i due giornalisti di Repubblica, l’Imu, o Ics che dir si voglia, diventerebbe a quel punto davvero la sola imposta sul mattone. Anche le imprese verrebbero in parte agevolate, con la possibilità di dedurre dall’Irap la tassa che pagano sui capannoni e che rende 4 miliardi l’anno.

Catasto

Il registro delle rendite catastali è ormai obsoleto, e non considera la differenza tra centro e periferia, per esempio. Mania e Conte anticipano che “la nuova riforma potrebbe prevedere,in attesa di una revisione totale del catasto che richiede anni, sconti progressivi crescenti, a seconda delle ubicazioni, dal centro alle periferie”.

Lavoro

Altro nodo cruciale, spiega Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia è quello del lavoro. La riforma Fornero sarà rivista, per dare ossigeno alle imprese, soprattutto sulla questione contratti: “Bisogna ridurre il cuneo fiscale e dare incentivi alle aziende per assumere i giovani, poi in collaborazione con le parti sociali dovremo allentare alcuni vincoli della legge Fornero, come sui contratti a tempo determinato. Dal momento che la riforma ha introdotto dei paletti alle imprese nell’utilizzo di questi contratti, in momenti di recessione questi vanno rimossi, almeno finché dura l’emergenza”