Lavori usuranti, arriva la pensione anticipata

Pubblicato il 14 Aprile 2011 - 10:44 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  I lavoratori che hanno svolto attività usuranti potranno andare in pensione prima: è stato approvato dal Consiglio dei ministri il decreto legislativo che riconosce il diritto al pensionamento anticipato per chi ha effettuato turni di notte (per 78 notti) o ha lavorato in gallerie, cave e miniere, in cassoni ad aria compressa, in spazi sottomarini o sulle ‘linee catena’.

Resta fermo il requisito dei 35 anni di contributi, ma dal 2013 ci sarà uno sconto di tre anni rispetto ai requisiti normali per l’assegno di anzianità. Resta fermo che per ottenere l’assegno occorrerà attendera la finestra e che l’età sarà adeguata all’aumentare dell’aspettativa di vita.

Il lavoro notturno è considerato usurante se organizzato in turni di almeno sei ore tra la mezzanotte e le cinque del mattino per almeno 64 notti l’anno  per quanti raggiungono i requisiti dal 1° gennaio 2009. Inoltre, è usurante il lavoro svolto in modo ordinario in periodo notturno (almeno tre ore).

Completano l’elenco i dipendenti addetti alle linee di catena, i conducenti addetti a mezzi per il trasporto di persone (con almeno nove posti). Il lavoro usurante deve essere svolto per almeno sette anni, compreso quello di maturazione dei requisiti, negli ultimi dieci. Dal 2018, invece, sarà richiesto un numero di anni corrispondente ad almeno la metà della vita lavorativa.

I lavoratori che hanno raggiunto quest’anno i requisiti necessari dovranno presentare le proprie domande entro il 30 settembre.

Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha accolto con favore il varo del provvedimento, parlando di un atto con cui “si completa il processo di riforma del sistema previdenziale”.

Per  l’ex ministro Cesare Damiano, autore del decreto sui lavori usuranti durante il governo Prodi, il testo, che arriva dopo oltre vent’anni di discussione, rappresenta “un atto di giustizia sociale”: “Si riconosce il diritto a chi fatica nel lavoro ed è esposto a rischi particolari sul luogo di lavoro ad andare in pensione prima degli altri”.

”Il nostro rammarico, ha detto Damiano, è che la mancata attuazione per gli anni 2009-2010 ha significato la non erogazione ai lavoratori che ne avevano diritto di 283 milioni di euro, sotto forma di anticipo pensionistico. Con questo atto si conclude l’applicazione del protocollo del 2007: attenuazione dello scalone Maroni, lavori usuranti, istituzione della 14esima per i pensionati con assegno fino a 700 euro mensili e, per le nuove generazioni, una migliore totalizzazione dei contributi, contributi figurativi nei momenti di disoccupazione e riscatto della laurea”.