Pensioni a 64 anni sì, ma come? Archiviare quota 102 (cioè 64 anni di età e 38 di contributi) che scade a fine 2022 senza tornare automaticamente alla legge Fornero che inchioda l’uscita dal lavoro a 67 anni di età (o con almeno 43 anni di lavoro per gli uomini, 42 per le donne).
Pensioni a 64 anni sì, ma come?
E’ questo il vicolo stretto che impegnerà governo e parti sociali fino alla manovra di autunno. Appena qualche mese di tempo. E del resto pandemia e guerra hanno fatalmente fatto scivolare la questione della riforma pensionistica nell’ordine delle priorità.
Si parte da quello che tutti gli osservatori economici concordano sia il paletto fissato da Draghi: ogni proposta di anticipo della pensione di vecchiaia non potrà prescindere dal ricalcolo solo contributivo (tanto hai versato tanto ottieni, il che penalizzerebbe ovviamente i tanti in regime misto retributivo-contributivo).
Uscita anticipata solo con il ricalcolo contributivo
Spiega il Sole 24 Ore che per consentire a tutti di uscire a 64 anni con 20 di contributi il lavoratore dovrebbe accettare una riduzione dell’assegno tra il 10 e 18%. Diciamo un 3% l’anno per i contributivi puri. Riduzione più alta in corrispondenza di più anni lavorati con il retributivo.
“Dalle simulazioni tecniche effettuate nei mesi scorsi, che hanno fatto capolino al tavolo governo-sindacati, emerge che con il ricalcolo contributivo la riduzione dell’assegno dei lavoratori in regime “misto” (mix di contributivo e retributivo per coloro che al 31 dicembre 1995 non erano in possesso di più di 18 anni di versamenti) oscillerebbe sostanzialmente tra il 10 e il 18%”.
Uscita 64 anni ora solo per pensioni sotto 2,8 volte la sociale
C’è poi la questione che riguarda i “contributivi puri”. Per accedere all’anticipo a 64 anni il valore dell’assegno al momento non deve superare la soglia fissata a 2,8 volte la pensione sociale. Soglia troppo protestano i sindacati (appena sopra i 1300 euro al mese).
Il governo potrebbe accettare di abbassare la soglia in cambio dell’accettazione della stessa formula – spiega il Corriere della Sera – anche per il regime misto (che include il 90% dei pensionandi).
“Per loro, la parte retributiva “peserà solo per il 30% sull’assegno” e quindi correggerla non comporterebbe una perdita enorme. In sostanza, la flessibilità in uscita potrebbe realizzarsi sulla scia di Quota 102 (64+38), prevista dal governo solo per il 2022. E che diventerebbe di fatto un ponte alla nuova riforma”.
Tridico (Inps) e la pensione a due fasi
Il presidente dell’Inps Tridico ha riproposto una soluzione compromesso già avanzata mesi fa. Uscita a 64 anni e 20 di contributi solo per la parte contributiva, ai quali si aggiungerebbe in seguito quella retributiva al compimento dei 67 anni di età.