Peugeot, Varin cede di fronte a polemiche: niente bonus da 21 milioni di euro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Novembre 2013 - 11:37 OLTRE 6 MESI FA
Peugeot, Varin cede di fronte a polemiche: niente bonus da 21 milioni di euro

Philippe Varin (LaPresse)

PARIGI (FRANCIA) – Di fronte all’ondata di polemiche e accuse bipartisan che gli sono piovute addosso, l’amministratore delegato uscente di Psa Peugeot Citroen, Philippe Varin, ha deciso di capitolare e rinunciare alla liquidazione d’oro da 21 milioni di euro. Facendo esplicito riferimento alle “emozioni” suscitate, Varin ha annunciato la decisione di “rinunciare agli accantonamenti sui diritti di pensione”, in un momento in cui il Paese ha bisogno di “essere unito e non diviso”.

Una richiesta in tal senso era già arrivata stamane da parte del ministro dell’Industria, Arnaud Montebourg e da quello delle Finanze, Pierre Moscovici, sulla scia delle critiche dei sindacati, infuriati per una liquidazione “oscena” e “scandalosa” in un Paese che combatte con una disoccupazione record e il congelamento dei salari.Soddisfazione è stata immediatamente espressa dal presidente Francois Hollande che, dalla Spagna dove si trova in visita, ha lodato la “saggia decisione”, “l’unica possibile data la situazione della società, gli sforzi – per non citare i sacrifici – che sono stati chiesti ai lavoratori della Peugeot, e considerando anche le garanzie date dallo Stato”.

La casa automobilistica ha assistito a un forte declino delle vendite in Europa da quando il 61enne Varin ha assunto l’incarico nel 2009, in concomitanza con l’impatto della crisi finanziaria globale e poi della crisi del debito dell’Eurozona.

La radicale ristrutturazione a cui è stata sottoposta ha richiesto un profondo taglio dei posti di lavoro insieme alla chiusura di una fabbrica e al congelamento dei salari.

Nonostante ciò, l’azienda ha avuto bisogno di un salvataggio da 7 miliardi di euro in prestiti garantiti dallo Stato lo scorso anno e ha annunciato un rosso record da 5 miliardi di euro nel 2012. Dopo aver tentato inizialmente di difendere la sua buonuscita d’oro, Varin ha capitolato, rimettendo la decisione su una pensione appropriata al board dei direttori.

L’ad uscente è venuto incontro alle critiche trasversali che gli sono arrivate, dai sindacati al parlamentare socialista Malek Boutin fino all’ex ministro Bruno Le Maire del partito conservatore Ump.