Renzi: “Non ho preso il 40% dei voti per Corradino Mineo”, sprezzante ma giusto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Giugno 2014 - 16:14 OLTRE 6 MESI FA

Renzi: "Non ho preso il 40% dei voti per Corradino Mineo", sprezzante ma giustoROMA – “Non ho preso i voti che ho preso per lasciare il futuro del Paese nelle mani di Corradino Mineo“, ha detto Matteo Renzi ai suoi intimi e Maria Teresa Meli lo ha riferito sul Corriere della Sera. Ha aggiunto Matteo Renzi, un po’ sprezzante ma molto a ragione:

“Il Pd non è un taxi che si prende per farsi eleggere, andare in televisione, e fare interviste. È incredibile e allucinante che Corradino Mineo parli di epurazione”.

Elaborando i concetti:

1. “La vittoria delle Europee, il 40,8 per cento che abbiamo preso, non verranno archiviati nei palazzi della politica romana e non per il mio orgoglio, ma per il rispetto che dobbiamo al voto degli elettori.
“Il 40,8 per cento degli italiani che ci ha votato ci ha affidato una grandissima responsabilità alla quale non possiamo sottrarci.

2. “Gli elettori che ci hanno votato ci hanno chiesto esattamente quello che io chiederò al partito all’assemblea nazionale: basta scherzare, basta cincischiare, adesso bisogna rimboccarsi le maniche e fare le riforme per davvero. Non possiamo sperperare quel risultato”.

3. “Io epuratore stalinista? Ma non diciamo cavolate. Sulla riforma del Senato ci siamo confrontati in modo democratico in mille sedi. Abbiamo fatto un sacco di riunioni di direzione, assemblee di gruppo, un seminario e il governo non ha mai presentato un testo blindato. E martedì, al Senato, ci sarà un’altra assemblea ancora, ma di che diavolo parlano?”.

4. “Abbiamo sempre detto che si sarebbe deciso a maggioranza. Anche io, quando lo si è fatto, e il segretario era Bersani, non mi sono certo tirato indietro. Ma ora c’è un di più. Non si sta parlando solo della maggioranza dei nostri parlamentari.

“Io non criminalizzo il dissenso, ma abbiamo deciso a maggioranza e sono decenni che ci riempiamo la bocca con la parola “riforme” senza approdare a nulla. Io non mi faccio riportare indietro, nell’immobilismo della palude, solo per dei veti che servono a un gioco di posizionamenti tattici interni al partito. I voti degli italiani contano più dei veti dei politici. Adesso basta, adesso facciamo le riforme istituzionali. Subito, come avevamo promesso: io non lascio diritti di veto a nessuno”.

5. I dissidenti: “Almeno 7 o 8 (se non di più ) dei senatori che si sono autosospesi torneranno sui loro passi già nell’assemblea di martedì prossimo. Mentre da altri gruppi arriveranno nuovi parlamentari a sostenere il Governo”,

riferisce Maria Teresa Meli.