Squartati, bruciata viva, decapitato, picconati: cronaca vera batte pulp fiction

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 30 Maggio 2013 - 14:44 OLTRE 6 MESI FA
Squartati, bruciata viva, decapitato, picconati: cronaca vera batte pulp fiction

Mada Kabobo: ha ucciso tre passanti a picconate (LaPresse)

ROMA – L’ultimo, solo in ordine di tempo, è l’omicidio della pallavolista olandese Ingrid Visser, uccisa in Spagna insieme al suo compagno, entrambi i corpi squartati con una motosega. Prima di loro, Fabiana Luzzi, la sedicenne bruciata viva da un coetaneo in Calabria. E prima ancora il fuciliere di Sua Maestà sgozzato, anzi decapitato a colpi di mannaia sulla pubblica via, a Londra, e il “picconatore” milanese che ha spaccato la testa a tre ignari passanti. Trait d’union di questi delitti l’efferatezza, la violenza, le immagini quasi “splatter” e il carattere in qualche modo “pulp”. Avvenuti in paesi diversi, per “ragioni” diversissime ma con questo, nuovo, elemento comune.

La violenza fa parte della natura umana, ragion per cui la nostra società, come quelle che ci hanno preceduto, è in qualche modo “abituata” alla violenza. Ma almeno per l’epoca e la fetta di mondo che ci riguarda eravamo abituati ad un altro tipo di violenza, più “pulita”, quasi privata e meno ostentata. Solo pochi giorni fa a Roma ci sono stati tre omicidi, fatto insolito, grave e carico, ovviamente, di violenza e dolore. Si è trattato, almeno in due casi su tre, di vere e proprie esecuzioni: un colpo e via. Mostruoso certo, e abominevole nel caso dell’uomo ucciso davanti agli occhi del figlio di soli 10 anni, però scevro della componente “splatter”.

Due settimane fa invece, nell’alba milanese, si materializzò uno squilibrato armato di piccone che, in giro per la prima periferia meneghina, spaccò letteralmente il cranio a tre incolpevoli persone che ebbero la sola sfortuna di incrociare il suo cammino. Prima di essere fermato, il “picconatore”, aveva calato il suo strumento di morte anche su altre potenziali vittime, che se la sono però cavata solo con più o meno lievi ferite. Una scena che ha più in comune con un fumetto di Dylan Dog o con un film di Quentin Tarantino che con quello che “normalmente” consideriamo un delitto.

Appena pochi giorni e il racconto della violenza arriva dalla Gran Bretagna, paese culla della nostra società e del multiculturalismo e paese dove, in mezzo ad una strada frequentata normalmente, due uomini si sono avventati su un militare a colpi di mannaia. Staccandogli la testa. Il tutto davanti a decine di testimoni, con tanto di video e volontà di essere ripresi e visti da parte delle bestie che sul giovane militare si erano avventate.

Di nuovo in Italia poi, in Calabria, dove un ragazzino, per un rifiuto, ha prima accoltellato la sua ex fidanzatina sedicenne, Fabiana. Poi, con apparente calma e sangue freddo, si è allontanato dal luogo del crimine per andare a prendere una tanica e “finire il lavoro”. Tornato dalla ragazza ferita infine, nonostante questa avesse tentato un estrema difesa e, nonostante per questo fosse chiaro anche all’assassino che la giovane era viva, l’ha “tranquillamente” cosparsa di benzina e le ha dato fuoco.

Infine in Spagna, a Murcia, da dove arriva il racconto del duplice omicidio dell’ex pallavolista olandese e del suo compagno. Morti, dicono le indiscrezioni, per motivi di denaro e su ordine di un ex collega di lei e socio di affari di lui. Nessuna violenza eccezionale sin qui, ma violenza enorme nelle torture inferte prima che fossero uccisi e nel tentativo di smembrare i corpi con una motosega.

Storie diversissime e distanti, cui si può aggiungere un altro episodio che arriva dalla Francia e che, per fortuna della vittima, non ha prodotto morti. Il riferimento è al militare colpito alla gola con un taglierino a La Defense, a Parigi. Il militare se l’è cavata, ma se il colpo avesse centrato l’arteria giugulare, avremmo allora un altro delitto da aggiungere alla lista.