Campo largo defunto (se mai nato), Conte lo affonda a Bari, Schlein nera, destra invincibile

di Bruno Tucci
Pubblicato il 7 Aprile 2024 - 07:49
Campo largo defunto (se mai nato), Conte lo affonda a Bari, Schlein nera, destra invincibile

Campo largo defunto (se mai nato), Conte lo affonda a Bari, Schlein nera

Quando ci saranno i funerali del campo largo? Ci sono già stati, risponde in coro la platea che mangia ogni giorno pane e politica. La cosiddetta alleanza tra Pd e 5Stelle si è frantumata con lo scandalo che ha travolto Bari. “La legalità non è negoziabile”, spiega  Giuseppe Conte. “Così fa vincere la destra”, risponde Eddy Schlein. Siamo alla frutta, insomma. Niente primarie in Puglia, è stata un’amicizia millantata quella fra dem e grillini, la segretaria di via del Nazareno parla “di pesci in faccia”.

Una guerra? No, è la fine di un rapporto che non è mai esistito. La Sardegna e poi l’Abbruzzo sono stati soltanto episodi durati lo spazio di un mattino. Perchè? Semplice: per il semplice motivo che fra i due contendenti i patti di amicizia sono sempre stati fasulli.

CAMPO LARGO VITTIMA DELLA LOTTA PER LA SUPREMAZIA DELLA SINISTRA

In ballo, c’era la supremazia della sinistra. Il Pd vantava un maggior numero di preferenze e senza meno più credito nell’elettorato, ma chi  guidava i grillini lavorava sottotraccia, fiducioso che la crisi nel Partito democratico sarebbe prima o poi scoppiata e lui (Conte) sarebbe stato l’unico interlocutore dell’opposizione con cui trattare.

D’altronde, l’avvocato del popolo non aveva mai digerito il suo licenziamento da Palazzo Chigi, voleva vendicarsi e prima o poi ci sarebbe riuscito. La colla che teneva unite le due forze è finita e da oggi in poi si andrà divisi non solo alle europee, ma in qualsiasi altra competizione elettorale. 

In questo marasma politico, c’è anche chi si frega le mani. Ad esempio, le tante correnti dei dem che non hanno mai visto di buon occhio l’èra Schlein. Troppo spostata a sinistra, troppo rivoluzionaria. Pure Stefano Bonaccini, sia pure in modo sotterraneo, non aveva dimenticato il torto subito alle primarie quando ormai la sua elezione alla segreteria era certa. Oggi questa pletora di esponenti della sinistra più moderata canta vittoria sia pure sottovoce.

Si potrà ricucire questo strappo? Nascono due pareri discordi. C’è chi, come Nicola Fratoianni, ritiene che una convergenza si potrebbe trovare anche a Bari puntando su un terzo candidato; e c’è, invece, chi pensa che ormai la crisi è irreversibile perché con i 5Stelle non si può andare d’accordo.”Eppure in Puglia governano insieme grillini e democratici”, sostengono i più ottimisti. “Infatti, ecco come è finita questa pseudo alleanza”, rispondono in coro coloro i quali sono di avviso contrario.

UNO SPETTACOLO INVERECONDO

Questo panorama che l’Italia sta offrendo non solo a chi ha la cittadinanza in questo paese, ma all’Europa intera dimostra per intero la miseria dell’odierna politica. Non si bada ai problemi che si debbono risolvere; non esistono convergenze che possano arrivare ad un unico denominatore. L’importante è trovare il momento opportuno per sgambettare l’avversario e metterlo in difficoltà. Allora è inutile parlare di campo largo; di assistere alle continue divisioni del centro destra. La gente è stufa di essere testimone di continui battibecchi che si tramutano in guai per le centinaia di migliaia di persone che non sanno come mettere insieme il pranzo con la cena. Se poi le urne sono sempre più deserte, se la percentuale degli elettori dimuinisce elezione dopo elezione, di chi è la colpa se non di coloro che stanno al timone?

Arriverà il giorno in cui si dovrà dire basta. No ai campi larghi, no alle false intese, no alle beghe che dividono anche la maggioranza. Con due guerre che coinvolgono in parte anche l’Europa, non sarebbe il caso di voltar pagina e di pensare al futuro del Paese? Se poi i giovani protestano e marciano per le strade, se pure nelle Università non si trova un attimo di pace è il caso di mettere un punto e ricominciare da capo. In fretta, prima che sia troppo tardi.