Pensioni giornalisti: contributo di solidarietà eterno e pagano tutti di più

di Franco Abbruzzo
Pubblicato il 20 Giugno 2015 - 12:31 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni giornalisti: contributo di solidarietà eterno e pagano tutti di più

Andrea Camporese, presidente dell’Inpgi: una riforma lacrime e sangue

MILANO – Tagli alle pensioni dei giornalisti. Franco Abruzzo ha pubblicato questo articolo anche sul suo blog, presentando una analisi di  Francesco M. de Bonis.

Inpgi, tagli in vista per le pensioni dei giornalisti. Il Cda dell’Istituto di previdenza dei giornalisti vara una manovra lacrime e sangue. Il documento trasmesso alla Fnsi e alla Fieg in vista del confronto prima di sottoporlo ai ministeri vigilanti (Economia e Lavoro) per l’approvazione definitiva. Questo “piano” colpisce tutti sotto forma sia di tagli alle prestazioni sia di contributi aggiuntivi da versare all’Istituto da parte di editori, giornalisti in attività (e anche nella loro veste di futuri pensionati) e giornalisti pensionati (comparto sul quale la legge e lo Statuto dell’Istituto non conferiscono alcun potere alle parti sociali, Fnsi e Fieg). Per quanto riguarda le pensioni in essere l’Inpgi si attribuisce poteri parlamentari quando stabilisce che gli attuali prelievi in vigore (ex legge 147/2013) fino al 31 dicembre 2016 saranno prorogati per i successivi 5 anni a partire dal 1° gennaio 2017. I prelievi sono del 6% sulle pensioni da 91.250,16 a 130.358,8 euro; del 12% da 130.358,81 a 195.538,20 euro; del 18% oltre 195.538,20.

Il Cda, inoltre, prevede un prelievo dello 0,5 sulle pensioni da 0 a 30.000,00 euro; dell’1% da 30.001,00 a 60.000,00 euro; dell’1,5% da 60.001,00 a 91.251,15 euro. La domanda è una sola: l’Inpgi può introdurre prelievi per via amministrativa esclusi in maniera tassativa dalla Cassazione? .

Sul progetto di riforma, Francesco M. de Bonis ha scritto questa analisi che riporto nell’interesse di tutti:

Quella varata dal CdA dell’Inpgi è la classica manovra lacrime e sangue, che inciderà in maniera pesante sia sulle entrate sia sulle uscite. Colpisce tutti sotto forma sia di tagli alle prestazioni sia di contributi aggiuntivi da versare all’Istituto da parte di editori, giornalisti in attività (e anche nella loro veste di futuri pensionati) e giornalisti pensionati (comparto sul quale la legge e lo Statuto dell’Istituto non conferiscono alcun potere alle parti sociali, Fnsi e Fieg). Fnsi e Fieg dovranno esaminare il testo e poi confrontarsi sulle misure da adottare (e da sottoporre ai Ministeri vigilanti dell’Economia e del Lavoro) per riportare i conti della Fondazione sui binari della sostenibilità anche per evitarne il commissariamento.

Il documento (13 pagine) è stato trasmesso il 18 giugno dal presidente dell’Istituto, Andrea Camporese, al segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, e a Maurizio Costa presidente della Fieg.

Lorusso ha girato il documento lo stesso giorno alle associazioni regionali di stampa.

Il testo contiene “ipotesi di interventi per la sostenibilità della gestione previdenziale dell’Inpgi”. La trasmissione del “progetto” alla Fnsi e alla Fieg è imposta dall’articolo 3, comma 2, lettera b, del decreto legislativo 30 giugno 1994 n. 509 (la normativa che ha privatizzato le Casse, restando però l’Inpgi, unico ente, sostitutivo dell’Inps). La Giunta Esecutiva della Fnsi esaminerà il testo nella sua prossima riunione fissata per mercoledì 8 luglio, “prima di avviare il confronto con la controparte editoriale al fine di concordare le determinazioni al riguardo così come previsto dal richiamato articolo 3 del decreto del dlgs 509/1994”. Le Associazioni regionali sono state invitate “a esaminare il testo e a portarlo a conoscenza dei colleghi secondo le modalità di consultazione che riterranno opportune”.

Il testo è accompagnato da una lettera del presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, alla Fnsi e alla Fieg. Nella lettera si legge: “Il progressivo aggravarsi dello stato di crisi del settore dell’editoria, con la conseguente perdita dei rapporti di lavoro e il sempre più massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, ha fatto registrare una grave sofferenza della gestione previdenziale, così come si evidenzia dai dati degli ultimi bilanci. L’Inpgi, pertanto, al fine di correggere in una visione prospettica lo squilibrio tra contributi e prestazioni ritiene necessario e improcrastinabile porre in essere interventi volti ad assicurare la sostenibilità della gestione previdenziale, che saranno portati all’attenzione dei Consiglio di Amministrazione e che incideranno sia sulle entrate che sulle uscite. Tra l’altro lo stesso Collegio Sindacale, nella relazione al bilancio consuntivo 2014 della Gestione sostitutiva deIl’AGO, raccomanda all’Istituto di valutare ogni possibile intervento di riforma del sistema previdenziale al fine di recuperare il disavanzo evidenziato. Pertanto, ai sensi di quanto disposto dall’art. 3, comma 2, lettera b) del decreto legislativo n. 509/94, Vi trasmetto il documento allegato e rimango in attesa delle Vostre determinazioni in merito”.

Gli ipotizzati interventi riguarderanno in materia di Entrate Contributive:

1) Aliquota IVS: incremento dell’1% a carico del datore di lavoro.

2) Aliquota IVS: incremento dello 0,50% della quota a carico del lavoratore e dello 0,53% della quota del datore di lavoro.

3) Cigs: rendere strutturale l’addizionale dell’1% a carico del datore di lavoro.

4) Contribùto aggiuntivo dell’1,4% sui contratti a termine.

Interventi in materia di Prestazioni Facoltative (artt. 29 e 30 del Regolamento).

5) Interventi in materia di Prestazioni obbligatorie.

6) Pensione di vecchiaia: modifica dei requisiti di accesso (66 anni dal 2016).

7) Pensione d’anzianità: modifica dei requisiti di accesso (almeno 62 anni).

8) Calcolo pensioni: riduzione dell’aliquota di rendimento (a scalare dal 2,30 allo 0,90).

Clausole di salvaguardia

9) Pensioni d’invalidità: assorbimento dell’integrazione contributiva con altra pensione.

10) Pensioni ai superstiti: modifiche delle percentuali di abbattimento per redditi.

11) Introduzione Contributo solidarietà sulle pensioni.

12) Disoccupazione: eliminazione dei maggiori benefici contributivi per i dipendenti di aziende in crisi, riduzione dell’indennità del 50% nel secondo anno.

Per quanto riguarda le pensioni in essere l’Inpgi si attribuisce poteri parlamentari quando stabilisce che gli attuali prelievi in vigore (ex legge 147/2013) fino al 31 dicembre 2016 saranno prorogati per i successivi 5 anni a partire dal 1° gennaio 2017. I prelievi sono del 6% sulle pensioni da 91.250,16 a 130.358,8 euro; del 12% da 130.358,81 a 195.538,20 euro; del 18% oltre 195.538,20. Il Cda, inoltre, prevede un prelievo dello 0,5 sulle pensioni da 0 a 30.000,00 euro; dell’1% da 30.001,00 a 60.000,00 euro; dell’1,5% da 60.001,00 a 91.251,15 euro. La domanda è una sola: l’Inpgi può introdurre prelievi per via amministrativa sulle pensioni esclusi dalla Cassazione?

Superando tutti gli scogli e tutti i terreni minati, questa riforma dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2016.