Forconi, aventini, pagliacci in armi…squadristi

di Lucio Fero
Pubblicato il 15 Dicembre 2016 - 11:01 OLTRE 6 MESI FA
Forconi, aventini, pagliacci in armi...squadristi

Forconi, aventini, pagliacci in armi…squadristi (nella foto Ansa, l’aggressione ad Osvaldo Napoli)

ROMA – Forconi, si fanno chiamare così richiamandosi al “forcone” con cui la plebe furente incalzava e infilzava il panciuto e crudele affamatore padrone delle terre. In realtà da anni sono e raccolgono la schiuma inquinata di un mare sporco, dichiarano infatti di essere la bile purificatrice della società, sono invece lo spurgo dei suoi veleni. I Forconi dunque in squadra organizzata hanno braccato, cacciato un parlamentare davanti Montecitorio.

Un parlamentare qualsiasi, il primo che capitava. Uno cui leggere in piazza la sentenza del tribunale del popolo e poi, secondo sentenza e condanna del tribunale popolare, da arrestare. La sequenza messa in scena dai Forconi poteva tranquillamente concludersi con una pubblica bastonatura del “nemico del popolo”, la sceneggiatura era quella. Non è toccato ad Osvaldo Napoli se non per caso. Il nemico del popolo è il parlamentare, chiunque. Ogni parlamentare va preso di forza e accompagnato in galera, questo il senso e l’atto dei Forconi. Messaggio e azione che non si sono inventati i Forconi, messaggio e azione che hanno una lunga storia, in Italia e in Europa.

Almeno tre circostanze colpiscono e stupiscono. La prima: la zona antistante il palazzo della Camera dei Deputati è da tempo un set cine-teatro-sceneggiata a cielo aperto. Ognuno va lì e fa sostanzialmente il teatro che vuole. Jiene, Gabibbi, giornalisti addetti ad inseguimenti e assedi, presidi fissi e volanti di chiunque e la qualunque, maschere e mascherate di ogni tipo. Si può fare tutto, si lascia fare tutto. Nella riposata tolleranza e indifferenza che poggia su una colossale abdicazione dello Stato e della società civile: si può fare tutto e si fa fare tutto perché tanto non è una cosa seria, il teatro fuori della Camera e quello dentro.

La seconda: i Forconi che hanno circondato, strattonato, usato violenza verso un ex parlamentare e messo in scena una sequenza di sovversione dello Stato sono stati “identificati”. Identificati e tanti saluti, liberi e pronti a rivendicare in Rete l’ardita missione punitiva. Che si deve fare in questo paese per essere trattenuti qualche giorno in galera? Una spedizione punitiva organizzata in squadra contro il Parlamento costa solo una “identificazione” da parte delle Forze dell’Ordine e della Magistratura? Documenti e tutto finisce lì?

La terza circostanza la prendiamo da Forcolandia di Massimo Gramellini su La Stampa quando ricorda che già Indro Montanelli avvertiva della peculiarità tutta italiana per cui i sovversivi vogliono fare la rivoluzione con l’aiuto dei Carabinieri. “Maresciallo venga!” chiamava il Forcone capo squadra mentre catturava il parlamentare, voleva essere aiutato dai Carabinieri a delinquere!

Ma i Forconi non sono soli. Sono giorni e prima erano settimane e prima ancora mesi tutti pieni, colmi e stracolmi di Aventini, di cartelli agitati nell’aula di Montecitorio e del Senato e nelle aule dei Consigli Comunali e in ogni palazzo e luogo delle istituzioni. Ieri M5S a Palazzo Madama negava la legittimità del governo Gentiloni in nome dei “20 milioni di No” (hanno “arrotondato” erano, sono 19). E nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio Pd, sempre via cartello esposto, negava la legittimità di Raggi sindaca.

Non sono teatrini, sono attentati, violenze, pagliacciate sì, ma di pagliacci in armi. Da troppo tempo e in troppi luoghi e con monotona ma lugubre frequenza si attuano più o meno inconsce simulazioni di guerra civile. Negare la legittimità altrui non è far politica “forte”, è il dna dello squadrismo.

Squadrismo, tecnicamente e politicamente organizzarsi in squadre per punire e rendere inoffensivo l’altro che non è l’avversario politico ma l’infame nemico del popolo. In giro non c’è solo odore di squadrismo, ce n’è tanfo per ogni dove. Quel forcone capo squadra è andato in Rete a dire che lui arresta perché il Parlamento è illegittimo. Quante volte si sente questa del Parlamento illegittimo? Migliaia di volte in bocca a parlamentari, politici, leader e si propala, estende, legge ovunque. E’ totalmente e ovviamente falso ma ormai viaggia come fosse realtà assodata. Ed è soprattutto criminale sistematicamente dichiarare “illegittimo” ciò che avversiamo. E’ il primo e già decisivo passo verso lo squadrismo.

Eppur di squadre e sogni e tesi e argomenti punitivi, di sognate e invocate spedizioni contro i nemici del popolo strabordano i social network. Ma non è solo responsabilità dei social network. Ora è cultura diffusa, narrazione costante. Conduttrice talk show politico e telegiornale di grande rete televisiva: “Come mai non si è ascoltata la voce del popolo e si è ignorato il voto del referendum..?”. Lo diceva facendo una domanda ad interlocutore in studio, lo diceva come avesse detto: è mezzogiorno, come mai non abbiamo ancora fatto colazione? Un presidente del Consiglio che si dimette, un governo che cade, un altro che lo sostituisce ma solo per andare a elezioni politiche anticipate sono “ignorare il voto”?

Ma la conduttrice e quasi tutta l’informazione hanno ormai metabolizzato formule quali “essere vicini alla gente”. Cosa voglia dire si ignora. Oppure “stare con i cittadini”. Doveri cui regolarmente il potere viene meno. Questa è la cifra media della comunicazione ufficiale, perché allora sorprendersi dei social network? Forconi, Aventini, pagliacci in armi  e squadristi sempre meno immaginari fanno sempre più parte dell’habitat Italia, anzi lo stanno modificando a loro misura e vantaggio.