Se il Tar blocca come un Tir, è l’ora delle catene

Pubblicato il 23 Marzo 2009 - 14:23| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Un appalto, una gara, una lite, una promozione, un concorso, una nomina, una sostituzione, un incarico, un cantiere, un regolamento: chiunque in Italia non vince o comunque, a torto o a ragione, non ci sta, cosa regolarmente fa? Si rivolge al Tar. Il ricorso al Tribunale amministrativo regionale è diventato non solo un’abitudine, è una frase che è perfino entrata nel lessico colloquiale: “Se non mi sta bene, vado al Tar”. Succede perchè, andando al Tar, una cosa succede di sicuro. Non di aver ragione, questo no. Ma bloccare la ragione o l’interesse altrui questo è sicuro.

L’ultima di uno dei Tar è il blocco del piano regolatore di Roma. Come a dire, il blocco del respiro urbanistico della città. Blocco che, come ogni altro blocco, mpotrebbe anche essere sopportato se si trattasse di momentanea, breve ed eccezionale sospensione. Invece il blocco decretato dal Tar diventa, in questa come in ogni altra occasione, una condizione maledettamente stabile.

E allora è il caso di ricordare che la giustizia amministrativa è, anzi sarebbe, una garanzia. Garanzia che la forma della decisione legislativa, la forma della legge che è anche sostanza, sia appunto conforme alle regole. Insomma garanzia che, prima delle decisione, tutte le procedure sono state rispettate e assolte. Garanzia che un prezzio ce l’ha, a condizione che il prezzo sia congruo e giusto. Garanzia da non abolire, soprattutto in un clima di diffusa invocazione e tolleranza per le decisioni sbrigative.

Ma anche la giustizia amministrativa dovrebbe avere le sue regole perchè il prezzo della sua esistenza non diventi intollerabile. Il Tar, ogni Tar dovrebbe essere vincolato a tempi precisi e stretti di decisione e ogni sua decretata sospensione dovrebbe avere durata certa e limitata. Tempo oltre il quale la sospensione, il blocco decade. Insomma, se qualcuno o qualche interesse si sente defraudato, invochi pure il Tar, butti la palla in calcio d’angolo. È una regola del gioco e una prevista strategia di gioco. Ma, se il sistema non prevede un raccattapalle, non obbliga a rimettere la palla in campo e a proseguire, allora il gioco diventa truccato e il trucco diventa proprio il Tar.

Si può poi essere più drastici, almeno sulla base dell’esperienza: questa dice che in Italia i Tar fanno più danno di un Tir che viaggia senza catene su un’autostrada innevata, si mettono di mezzo e ostruiscono la carreggiata. Quindi, se non proprio vietarne la circolazione, almeno obbligarli a  montare le “catene”.