In quanti truffano lo Stato? Nei controlli l’80/90%. Truffiamo anche l’Europa

di Lucio Fero
Pubblicato il 26 Agosto 2013 - 14:16 OLTRE 6 MESI FA

mazzetteROMA – Il Corriere della Sera di domenica informa, con tanto di grafico multicolore annesso in pagina, che il 64% degli italiani appositamente interrogati ritiene la mazzetta utile, necessaria, obbligatoria, dovuta. Dovuta sia nel senso che se uno vuole ottenere qualcosa, qualunque cosa, anche ciò a cui avrebbe diritto, la deve pagare. Sia nel senso, anche se questo gli italiani non lo dicono esplicitamente, che la mazzetta è dovuta, cioè attesa quando si tratta di concedere, elargire, autorizzare. Anche ciò che al cittadino spetta comunque ovviamente. Rispetto alla mazzetta gli italiani sanno di poter e dover essere contemporaneamente incudine e martello, talvolta picchiano, talvolta vengono picchiati. Ovviamente dicono tutti di essere sempre incudine, ma se il 64% ammette che qualcosa a qualcuno bisogna sempre pagare, questi a cui si paga non possono essere né fantasmi né esigua pattuglia. E’ come la storia, anzi i numeri dei tradimenti di coppia: se il 70 per cento delle mogli o mariti, ineluttabilmente vuol dire che c’è dall’altra parte un altro 70% o giù di lì di mogli e mariti…

Il Corriere della Sera di domenica a firma della sempre documentata e precisa Fiorenza Sarzanini stupisce della circostanza per cui al comandamento della mazzetta neanche in Camerun, Brasile o Malaysia siano così devoti…Vogliamo farne una questione etico-etnica, vogliamo dedurne che noi italiani siamo per dna o cultura più corrotti e corruttibili di quasi tutti i popoli del mondo? No, non è così e non è questione morale, tanto meno etnica. E’ che da noi in Italia girano più che in ogni altra parte del mondo soldi pubblici. Quindi in questo “habitat” la selezione ha prodotto e privilegiato al/le specie che meglio si procurano il cibo che c’è nell’ambiente. L’ambiente è pieno di soldi pubblici, stanno su ogni albero e in ogni campo e in ogni acquitrino. Soldi pubblici italiani e pure europei, quindi la selezione ha prodotto e premiato le varie specie che sanno cogliere ed arraffare il frutto, il cibo disponibile. Non è che gli italiani truffano lo Stato e l’Europa per deficienza civile e civica, lo fanno perché si sono adattati all’ambiente, creando un vero e proprio “ecosistema” della predazione dei soldi pubblici. Un ecosistema che come lo tocchi si rovina, ne levi un pezzo e va in pezzi. Un ecosistema che non lo raddrizzi (in politica lingua: riformi). O lo spiani quell’ecosistema o te lo tieni. Unanime e corale la scelta di politici e cittadini è stata finora: ce lo teniamo.

Per capire come funziona l’ecosistema (ma ciascuno di noi lo sa, ciascuno di noi in un modo o nell’altro ha assistito o partecipato alla scena e sequenza della ricerca di un bando, di un finanziamento, di soldi pubblici senza i quali nulla si fa in nessun settore di impresa, lavoro e professione) guardare ai 30 miliardi di fondi europei non ancora spesi dall’Italia e che “scadono” a fine 2013. I miliardi europei erano cinquanta, dovevamo spenderli tra il 2007 e il 2013. Non li abbiamo spesi, ne avanzano 30. ma come non li abbiamo spesi? Come è possibile non spenderli con la crisi che c’è? La risposta che viene data è nella inefficienza e lentezza della mano pubblica che dovrebbe spendere, in particolare le Regioni.

Falso: la mano pubblica non è inefficiente e lenta. Fa solo altre a diverse cose da quelle per cui l’Europa ci destina miliardi. L’Europa “cofinanzia”, vuol dire che tu nazione, paese, regione presenti un progetto d’impresa o di attività e l’Europa te lo finanzia con circa la metà dei soldi che servono alla sua realizzazione. Ma noi italiani cosa facciamo? Presentiamo in pochi anni 75mila progetti di cui il 75% ha un costo inferiore ai 150mila euro. Cioè tutta la nostra mano pubblica prova a dirottare sui negozianti, sui professori, sugli artisti, sugli studenti, sui sindacati, sugli imprenditori dell’uscio e cortile di casa duemila euro a te, cinque a lui, dieci all’altro…La mano pubblica, d’intesa con la pubblica opinione con la società civile interpreta, ambisce e arraffa i soldi dell’Europa come un denaro di nessuno da redistribuirsi tra “noi”. Un po’ a te, un po’ a me, un po’ a lui e nessuno sia escluso. Quindi non esistono veri progetti di impresa e sviluppo, esiste un solo progetto che si declina in 75mila forme: prendersi un po’ di quei soldi. Solo che anche l’inventiva italica e la selezione ottimale della specie hanno un limite e non riusciamo a inventarci tanti un po’ a me e un po’ a te da esaurire tutti i miliardi europei. Non è inefficienza nello spendere, anzi. Siamo riusciti a farci cofinanziare (tranne eccezioni) 75mila pratiche e aggiustamenti individuali. Ci siamo arrangiati (tranne eccezioni) 75mila volte coi soldi degli altri. Per quasi 75mila volte li abbiamo fregati presentandogli dei progetti che poi altro non erano che la richiesta di avere una robusta mancia. E loro ci sono cascati. Certo, per altri trenta miliardi non ce l’abbiamo fatta, non si può avere tutto dalla vita.

Truffiamo l’Europa e truffiamo lo Stato italiano. Stato a cui chiediamo assegni familiari, buoni libro, esenzione dai ticket sanitari, riduzione delle tasse universitarie, esenzione dalla retta per la mensa scolastica…Il cinquanta per cento di noi quando fa questa richiesta mente in maniera acclarata. Le autocertificazioni del reddito degli italiani davanti allo Stato sociale contengono lo strabiliante dato secondo il quale l’ottanta per cento degli italiani non ha un conto in banca, il 90% al Sud. E d’altra parte queste sono le percentuali riscontrate dalla Guardia di Finanza quando fa controlli sugli italiani e il Welfare: imbroglia o imbroglicchia tra l’80 e il 90 per cento. Il finto imprenditore a Catanzaro che si fa dare cinque milioni pubblici e nel capannone non ha nulla, men che mai l’attività che il denaro pubblico doveva finanziare, quello che con la malga a Merano doveva a suon di soldi pubblici allevare animali e invece nella malga ci ha fatto casa sua, l’officina di Sassari che riparava per finta mezzi dell’esercito, officina ovviamente finanziata con soldi pubblici, i piloti in cassa integrazione che lavoravano a nero per altra compagnia di volo…

Quanti sono, quanti siete, quanti siamo? Ai controlli tra l’80 e il 90 per cento. Perfettamente adattati all’ambiente. E non è il caso di farci sopra la morale. Unico problema: l’ambiente ce lo stiamo mangiando, anzi ce lo siamo già mangiato. Cibandoci di denaro pubblico concepito come denaro di nessuno che cresce in natura ci siamo convinti di essere più ricchi di quel che siamo, di avere campi e alberi che mai si esauriranno e seccheranno. Ci siamo già mangiati metà del lavoro, del valore del lavoro dei nostri figli e praticamente tutta la loro pensione. Ci siamo evoluti come specie che perfettamente si nutre di denaro pubblico ma è una specie che non garantisce discendenza. Fuor di questione morale, è davvero un affare, conviene davvero difendere l’ecosistema Italia?