Tsipras, Merkel: chi è il “cattivo”?

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 26 Gennaio 2015 - 15:35 OLTRE 6 MESI FA
Tsipras, Merkel: chi è il "cattivo"?

Tsipras, Merkel: chi è il “cattivo”?

ROMA – Alexis Tsipras, Angela Merkel, chi è il “cattivo” sovrano, chi è lo sceriffo di Nottingham e chi Robin Hood nel regno, foreste comprese, d’Europa? Ma che domanda, ma che paragone…non la senti la televisione? Alla televisione han detto, l’ha detto una inviata della Rai per il pubblico di Presa Diretta, l’ha detto dalla piazza di Atene: “Qui si respira, qui è come la caduta del Muro di Berlino”. Che domanda su chi sia il cattivo… Merkel è quella che ha costruito e presidiato in armi il Muro Europeo, eretto per immiserire e sottomettere i popoli, Tsipras è il liberatore.

L’inviata della Rai che paragona l’Unione Europea al Patto di Varsavia, la Commissione Europea al Politburo e l’Europa dell’euro all’Unione Sovietica più Stati satelliti e la Bce all’Armata Rossa si è, per dirla all’efficace modo Luciana Castellina, “fatta una canna”. Una “canna” di giornalismo entusiasta e tifoso che spiega e rende indulgenti verso l’enormità degli strafalcioni storici mandati come corrispondenza in diretta.

Ma quella giornalista diciamo così imprecisa coglie però un mood, un comune sentire e narrare, lo coglie e lo ritrasmette. E’ l’onda del Tsipras il buono, il buon fratello che dalla penisola greca finalmente si leva a punire matrigna Merkel. Luciana Castellina, una vita spesa nella militanza a sinistra (il Pci, il Manifesto…) nell’onda si bagna e della forza dell’onda si compiace. Ma poiché è una mente pensante così sintetizza quello che sta vivendo: “Come farsi una canna politica”. Gran bella sensazione. Ma poi, si passa ad altra canna politica e poi altra e altra per perpetuare l’effetto o Tsipras il buono dovrà anche lui far patti con Merkel matrigna magari ri-scontendando il popolo, magari un po?

Tsipras, Merkel, chi è il “cattivo”? L’improponibile domanda non è poi così improponibile. In una ristretta sequenza di giorni la Merkel ha ingoiato qualcosa di enorme. Che non voleva e di cui non si fida: i 1.200 miliardi che per 18 mesi la Bce di mario Draghi spenderà per comprare titoli di Stato dei paesi europei. Germania non voleva, Merkel nemmeno. Non si fidano, temono che paesi come la Francia, l’Italia, la Grecia usino quei soldi per fare a meno di riformare se stessi. Non volevano, pensano che la Germania sia tirata per i capelli a garantire anche per Stati che dovessero far bancarotta. Hanno resistito la Germania e la Merkel, limitato la corresponsabilità dei rischi a un 10 per cento dell’operazione, circa 120 miliardi. Hanno fatto però opposizione, non ostruzionismo, non hanno rovesciato il tavolo, non l’hanno abbandonato, non hanno detto o così o la Germania non ci sta. Merkel la “cattiva” ha accettato una cessione di sovranità tedesca che Tsipras il buono giudica tradimento verso il suo popolo. Tsipras il buono usa le maniere forti con gli altri europei, Merkel la cattiva si piega. Che strano, non corrisponde…

Non è finita, Merkel la cattiva affronta il disagio, per dire poco, dei suoi elettori e cittadini. La stragrande maggioranza dei tedeschi, partiti di sinistra compresi, giudica pericolosa la mossa della Bce e sbagliato il far buon viso a cattivo gioco della Merkel. Per non sfasciar tutto la Merkel rischia voti, non ha seguito stavolta quel che la sua gente voleva da lei, non ha lisciato il pelo al populismo tedesco lasciando che possa e  montare e premiare altri partiti dal suo, non ha sbattuto il pugno tedesco, che pure è di acciaio, sul tavolo dell’Europa. Che strano per una cattiva…

Tsipras il buono invece accarezza, asseconda quel che vuole la sua gente e per questo trionfa alle elezioni: nessuna cessione di sovranità greca, anzi sovranità da riacquistare e riassumere i licenziati e niente più tassa sulla casa e ripristino della tredicesima e aumento delle pensioni minime e taglio nel tempo e nell’entità dei 320 miliardi di debiti che la Grecia ha con…i francesi, i tedeschi, gli italiani, gli spagnoli, gli olandesi. Da tempo il debito greco non è più con speculatori della finanza ma di fatto con gli altri contribuenti europei. Tsipras cala la sua spada, che pure è di legno, sul piatto come un Brenno dell’euro. Liberatore sì, ma ad alto prezzo e da pagare in contanti. Che strano per un buono…

Tsipras il buono che la sinistra italiana festeggia, tanto più festeggia quanto più è sinistra. Mica solo la sinistra festeggia, festeggiano anche marine Le Pen e Matteo Salvini. In nome dell’antico: chi è nemico del mio nemico è mio amico. E, siccome il nemico è l’euro, Tsipras è amico di Le Pen e Salvini. Ma non solo questo, forse Le Pen e Salvini hanno visto lungo: Tsipras il buono fa il governo ad Atene non con un partito della sinistra “tiepido” verso l’Europa. Sceglie invece come alleato e partner un partito di destra “caldo” contro l’euro. Un po’ come se Syriza italiana vincente alle elezioni facesse il governo con la Lega di Salvini. Sarebbe divertente vedere a quel punto faccia e azioni di Vendola, Cuperlo, Civati…La camusso si è portata avanti, con la Lega la Cgil ha raccolto le firme per il referendum ripristina pensioni di prima della Fornero.

Tsipras il buono che è bandiera e sogno della sinistra anti Renzi in Italia. Tsipras che va al governo con i 50 seggi di premio di maggioranza che in Grecia Tsipras prende con il 36 per cento dei voti mentre in Italia la sinistra pro Tsipras condanna come diabolico il premio di maggioranza, anche se con 40 per cento dei voti. Quisquiglie e pinzillacchere  come avrebbe detto Totò, quel che conta è che Tispras il buono è contro l’austerità.

Austerità, in Grecia l’hanno sofferta nella carne. Da noi in Italia piangiamo austerità perché è arrivata una legge che ci manda in pensione a 65 anni e una tassa sulla prima casa di proprietà. Non poca roba ma l’austerità vera non sappiamo neanche cosa sia. Piangiamo austerità solo perché non è più garantito l’incremento automatico e progressivo e “progressista” della spesa pubblica. La percentuale di spesa pubblica sulla ricchezza prodotta in Italia non è mai calata durante la presunta austerità italiana. E’ calata la certezza di avere sempre più soldi pubblici a disposizione. E questo mette a lutto chi di soldi pubblici campa, chi ci mangia, chi ci fa la cresta, chi ci fa i voti, chi ci fa la tangente, chi ci fa il posto fisso. Insomma milioni se non decine di milioni di italiani. Un giorno si dovrà pur misurare e fare il conto dello squallore etico e sociale da parte della sinistra italiana nell’essersi identificata con la spesa pubblica, promuovendola tutta a spesa sociale, anche e soprattutto quella improduttiva e clientelare.

Tsipras il buono promette bene al peggio della sinistra tradizionale italiana e francese. Nel suo programma di governo Tsipras il buono giustamente mette l’aumento della pensione minima e giustamente si legge l’aumento del salario di sopravvivenza e giustamente si scrive di cibo e cure modiche garantite anche a chi non ha reddito o ne ha bassissimo. L’obiezione “dove prende i soldi?” è stupida e un po’ criminale. Ma anche riassumere i dipendenti pubblici greci licenziati è “buona” cosa? Tornare ad avere un milione e mezzo di posti fissi a vita e a prescindere da quel che fanno, un milione e mezzo di statali su undici milioni di greci come era prima, anche questo è “buono”? E’ “buona” anche l’abolizione della tassa sulla casa? Qui il “dove prende i soldi” non solo è corretta domanda ma forte è la sensazione che Tispras il buono, Tsipras Robin Hood i soldi lo voglia prendere dai ricchi europei per portarli ai poveri greci.

Già, perché Tsipras (lo dicono gli intellettuali, scrittori e politologi greci, mica noi) non è proprio sinistra, non è solo sinistra, non è sinistra estrema che si fa gonfia di voti. Siryza è il dipendente statale e il ceto medio, gruppi sociali rispettabili e in Grecia sofferenti, ma non proprio rivoluzionari e riformisti. Syriza e Tsipras sono una forma moderna di nazionalismo e infatti piacciono ai Le Pen e Salvini. Syriza e Tsipras sono i corporativismi di un’intera nazione che non hanno da perdere che le loro catene e per questo si uniscono in nome del mondo di prima, quello in fondo dove governo ed elettorato greco truccavano i bilanci e l’Europa faceva finta di nulla. Tsipras il buono può essere l’antidoto alla Bce, la sostanza annulla farmaco Draghi.

Tsipras, Merkel: chi è il “cattivo”?  Ora la domanda è più pertinente e la risposta meno scontata. Tsipras è l’alternativa alle forze politiche che da otto anni almeno non risolvono la crisi, non sanno come risolverla e inchiodano masse crescenti al rigore (più o meno) finanziario e minacciano di togliere ai popoli in carne e ossa qualcosa di ciò che hanno o che lo hanno già tolto quel qualcosa. Tsipras è l’alternativa a chi ti leva, quindi è il “buono”. Ma Tsipras è anche l’alternativa a quelle forze politiche (socialdemocratiche, socialiste, liberali, democristiane, conservatrici) che da 70 anni esatti hanno consentito ai popoli europei in carne e ossa di avere qualcosa e più di qualcosa, di accumulare ciò che ora temono di perdere. Tsipras è l’alternativa a chi ti leva e anche l’alternativa a chi ti ha dato quel che ti potrebbe essere tolto, quindi potrebbe anche non essere il “buono” della favola.

Come che sia, oggi è la festa di Tsipras. Eppur viene in mente, forse a sproposito e forse no, quell’Enrico Berlinguer che disse, lui comunista, di sentirsi più sicuro sotto l’ombrello della Nato. Lo disse con diversi anni di ritardo sulla realtà effettiva e per questo ritardo la storia della sinistra italiana non cambiò. Per non trovarsi un’altra volta in ritardo sulle cose ecco allora un pensierino contro corrente ma puntuale: si sta più sicuri, da europei che vivono di reddito e welfare, sotto l’ombrello della “cattiva” Merkel.