Costa-Concordia, il film nascosto: “La gente animale calpestava bimbi”

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 23 Gennaio 2012 - 14:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “C’era una corsa incontrollata alla scialuppa…vedendo quel che succedeva alle scialuppe ho cominciato a gridare: animali, siete animali. Spingevano via i bambini e gli anziani per mettersi sul tender”. Racconto del vice sindaco del Giglio, Mario Pellegrini, da bordo della nave Costa Concordia su cui era salito mentre “gli animali” praticavano il mors tua vita mea per scenderne, senza pietà.

“Era la fine del mondo. Ognuno cercava di salvarsi la pelle. Qualcuno ha detto che l’equipaggio era incompetente, invece… Tremavano di paura, erano minacciati. Dicevano ai passeggeri che non potevano salire sulle scialuppe già piene ma quelli salivano lo stesso. Ho visto una bambina cadere la gente le camminava sopra”. Racconto di Raffaele Malena, sacerdote della Costa Concordia.

“La gente urlava, camminavano gli uni sugli altri. Non c’è stata alcuna considerazione per i più deboli”. Racconto di Marcel Zuhn, passeggero tedesco della Costa Concordia.

C’è un film che molti hanno visto sul naufragio della Concordia. Film verità che però non viene proiettato volentieri, non sui giornali, non in tv e neanche nelle conversazioni a casa e al lavoro sulla nave di Schettino: il film, le scene della “gente animale”. Sappiamo tutto degli errori e dei vizi del comandante. Enormi ed imperdonabili: l’azzardo di rotta, l’esibizionismo, la presunzione, la pavidità, l’esitazione, la voglia insana di fuggire dalle responsabilità. Di Schettino sappiamo anche quel che non c’è da sapere: la “boiata pazzesca” del troppo vino bevuto, l’insinuazione maligna della crapula con la moldava… Sappiamo tutto purtroppo anche dei silenzi in plancia degli altri ufficiali, dell’omertà ubbidiente, degli ufficiali che non erano dove dovevano essere, sulla nave che ancora aveva a bordo passeggeri.

Ma non sappiamo, perché in fondo non vogliamo sapere, della barbarie umana della gente comune, o almeno di qualcuno, troppi di quella gente impaurita. Il panico, certo. La voglia di sopravvivere, sicuro. Umane, umanissime emozioni. Ma il panico non giustifica e non assolve tutto e tutti. Chi ha calpestato un bambino, è c’è stato chi lo ha fatto, chi ha rubato un posto in scialuppa, chi ha usato la forza per prendersi quel posto…Troppi protagonisti di cronache barbare di un naufragio. Non è vero che accade sempre così, è falso che così fan tutti. Gente di ogni nazionalità si è comportata in maniera troppo indegna per poter coprire i suoi atti con l’alibi del panico. Salvarsi passando sul corpo di una bambina è scena madre di una drammatica fiction su un naufragio, la scena in cui il regista “inventa” e racchiude l’improbabile, il quasi impossibile, quello a cui gli esseri umani quasi mai arrivano. Invece sulla Costa Concordia questa e scene consimili sono state realtà, parte vera di un naufragio dell’umanità e non solo di una nave e del suo comandante. Non ci piace saperlo, per questo è meglio, molto meglio, sbattercelo in faccia.