Efficienza energetica: Italia tra ristrutturazioni e Papa…

di Pino Nicotri
Pubblicato il 8 Dicembre 2015 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Efficienza energetica: Italia tra ristrutturazioni e Papa...

Papa Francesco (foto Ansa)

ROMA – Domenica 6 anche Papa Francesco ha lanciato un appello perché a Parigi i partecipanti alla 21esima edizione della Conference of the Parties  (COP21) facciano ogni sforzo per “attenuare gli impatti dei cambiamenti climatici”.  Per riuscire ad attenuarli è necessario un accordo mondiale per ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Obiettivo al raggiungimento del quale può contribuire l’aumento dell’efficienza energetica in edilizia, vale a dire la riduzione degli sprechi di combustibile per riscaldare gli immobili. Si tratta di un tema per il quale tre giorni prima dell’appello del Papa si è tenuto al COP 21 di Parigi il Buildings Day e che da tempo sta a cuore anche alla Commissione Europea. Questa ha infatti  fissato al 31 dicembre 2020 per i privati e per il 2018 per gli enti pubblici due traguardi: 1) – i nuovi edifici e quelli sottoposti a ristrutturazioni significative devono essere realizzati in modo tale da ridurre al minimo i consumi energetici;  2) – devono inoltre utilizzare il più possibile energie da fonti rinnovabili.

Come stanno le cose in Italia? Secondo quanto sostenuto dall’Agenzia delle Entrate nel 2013 il patrimonio edilizio italiano è costituito da quasi 63 milioni di immobili ed è uno dei più vecchi d’Europa. E secondo l’Ente Nazionale per l’Energia e l’Ambiente (ENEA), il 60% degli edifici hanno più di 45 anni, sono antecedenti cioè all’emanazione della prima legge (373/1976) sul risparmio energetico. Infine, l’Associazione nazionale degli industriali dei laterizi nel 2013 ha assodato che quel 60% consuma mediamente il triplo degli immobili di recente costruzione.  L’Enea ha stimato che, in base alle normative e alle politiche incentivanti vigenti, il contributo potenziale del settore agli obiettivi nazionali di efficienza energetica al 2020 ammonta a 4,9 milioni tonnellate di petrolio (Mtep) all’anno.

Una cifra importante, considerando che il risparmio energetico conseguito a livello nazionale nel 2013, grazie a politiche e misure di efficienza energetica, è stato di 7,55 Mtep: un traguardo raggiunto con tre anni di anticipo su quanto stabilito per il nostro Paese al 2016. Quello dell’Italia è un percorso virtuoso, ma non senza insidie. Secondo l’Enea una delle principali barriere allo sviluppo dei progetti di efficienza energetica è la loro piccola entità, con tempi di ritorno degli investimenti mediamente elevati e con difficoltà a trovare sul mercato strumenti di finanziamento adeguati. Secondo un’indagine ABI Lab – centro di ricerca e Innovazione per la banca promosso dall’Associazione Bancaria Italiana in un’ottica di collaborazione tra banche, aziende e istituzioni – l’86% di un campione significativo di istituti di credito ha prodotti specifici per l’efficienza energetica, ma ciononostante il tradizionale prestito bancario, erogato in base al merito creditizio del richiedente, è il canale al quale si ricorre di più.

Tra i nuovi operatori del settore dell’efficienza energetica in edilizia, da segnalare la società italiana Officinae Verdi, un “energy efficiency group” nato nel 2011 dalla joint venture UniCredit–WWF. Tre i suoi obiettivi al COP 21: valorizzare la filiera edilizia, proporre soluzioni finanziarie e trovare scelte tecnologiche innovative. L’amministratore delegato Giovanni Tordi presenta Officinae Verdi così: “Operiamo in tre progetti europei di sostenibilità urbana (R2 Cities, Remourban e Trust EPC South) insieme ad un network di imprese, enti di ricerca e  associazioni. E stiamo varando un progetto di Green Capital Alliance in grado di dare ai mercati un colpo di acceleratore in tema di  innovazione sostenibile”.