Savona Paolo Ministro dell’Economia, incubo per gli eurocrati…e per Salvini

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 25 Maggio 2018 - 11:28 OLTRE 6 MESI FA
Savona Paolo Ministro dell'Economia, incubo per gli eurocrati...e per Salvini

Savona Paolo Ministro dell’Economia, incubo per gli eurocrati…e per Salvini

Savona Paolo Ministro dell’Economia, incubo per eurocrati…e Salvini. Il Governo degli asinelli, allora, sembra proprio che stia per partire. Intanto, si è capito che questo Conte, il presidente incaricato, è un 5 stelle totale, a pieno titolo.  Lo show di ricevere i risparmiatori truffati dalle banche per assicurare loro che saranno rimborsati è una specie di marchio di fabbrica. Se sono stati truffati, e la truffa è un reato penale, se ne devono occupare i tribunali, non il presidente del Consiglio. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,-Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]. Ma, forse, Conte intende rimborsare i truffati con i soldi pubblici. Ma chi stabilirà se uno è stato truffato o era solo un avido cacciatore di alti interessi? Lo stesso Conte? si chiede Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato anche da Uomini & Business.

La grana vera rimane, comunque, quella di Paolo Savona all’economia, poco gradito a Mattarella perché no-euro e no-Europa. Salvini ha rischiato una crisi istituzionale (si è fatto bacchettare dalla presidenza della Repubblica) per aver insistito oltre ogni misura sul nome di Paolo Savona.

E qui c’è il mistero. Da un punto di vista logico, infatti, Savona è un rischio anche per Salvini. Savona è 90 metri sopra tutto il governo che sta per nascere, ha 82 anni, non deve niente a nessuno, e è un signore dalle idee fermissime. Se domani non gli andasse bene qualcosa, impiegherebbe venti secondi a mandare a rotoli il governo e Salvini. Non è uno che come massimo della carriera abbia fatto il sindaco di Velletri. E’ stato direttore dell’Ufficio studi della banca d’Italia (aveva Fazio alle sue dipendenze), allievo di Carli e di Baffi, ministro con Ciampi, direttore generale della Confindustria. E, in seguito, capo di importanti istituzioni finanziarie internazionali (dall’ultima si è dimesso pochi giorni fa). La sua indipendenza di giudizio e di azione, sono cose notissime: Savona potrà avere dei difetti e pensare cose un po’ controverse, ma di sicuro è un signore di grandissima indipendenza.

Perché allora Salvini se lo vuole portare a tutti i costi al governo, correndo il rischio di ritrovarselo magari contro dopo due settimane? E Savona, garantisco, è meglio non averlo contro, soprattutto nelle cose economiche: sa tutto e ha letto tutto, sono più di cinquant’anni che ci nuota dentro, ha conosciuto tutti e ha discusso-litigato con tutti.

L’unica spiegazione possibile è che Salvini sia convinto (magari sbagliando) che Savona sia l’uomo che porterà l’Italia, autorevolmente, fuori dall’euro, vecchio stupido sogno leghista.

Ma non è così. Savona non è Varoufakis. E sa benissimo che cosa succede a fare gli spiritosi con le monete. E con le banche.

E allora quale spiegazione resta? Una sola. Salvini vuole litigare con l’Europa e l’euro perché questo gli porta voti. I suoi elettori, invece di ringraziare l’euro, sono convinti che sia all’origine del loro malessere. Solo che nelle file della Lega non c’è nessuno, nessuno ripeto, da poter mandare a Bruxelles con qualche autorevolezza a discutere di monete. Savona invece è perfetto. Sa tutto e non si arrende facilmente. E è convinto che l’euro sia una cosa sbagliata (è una moneta senza uno Stato dietro). Per gli eurocrati Savona può diventare un incubo di un certo peso. E questo è esattamente quello che Salvini vuole: far saltare i nervi a Bruxelles.

Ma non Mattarella.

Come finirà? Oggi sapremo. La soluzione più quotata, al momento, è che alla fine Conte assuma anche l’interim dell’economia, lasciando Savona e Salvini in panchina.