Animali brutti a rischio di estinzione: talpa nuda, scimmia con proboscide FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Ottobre 2014 - 07:22 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Non solo i maestosi leoni, con le loro splendenti criniere, o gli imponenti elefanti, con le zanne d’avorio, sono a rischio estinzione. Anche animali insoliti, tanto da apparire brutti, rischiano di scomparire dalla Terra per via della distruzione degli habitat e della caccia e pesca indiscriminata. Tra questi c’è la scimmia che ha una proboscide al posto del naso o le rane “scroto” del lago Titicaca.

A difendere questi animali dall’estinzione si impegna in prima linea la Ugly Animal Preservation Society, letteralmente la società per la prevenzione degli animali “brutti“, come scrive la Bbc in un reportage di Michael Marshall.

Aye-aye, il lemure dal Madagascar.

Questo lemure Aye-aye, o Daubentonia madagascariensis, è un simpatico animaletto che usa il suo dito medio, incredibilmente più lungo degli altri, per estrarre insetti dalle cavità degli alberi. Il suo habitat è a rischio distruzione e con esso anche la sopravvivenza la sua sopravvivenza.

È stato descritto come un animale dalle orecchie da pipistrello, la faccia da volpe, gli occhi da gatto, il corpo da scimmia, le mani da strega e la coda ed i denti da scoiattolo: si tratta infatti di un animale unico nel suo genere, con caratteristiche comuni coi primati ed i roditori.

Il cinghiale dalle verruche, dalle isole Filippine.

Tre paia di verruche carnose proprio sul muso del maschio: per questo il cinghiale originario delle isole filippine prende il nome di “cinghiale delle verruche”. Non un semplice “inestetismo”, secondo i biologi le verruche servono a costituire una naturale difesa dalle zanne dei maschi rivali durante i combattimenti.

Originariamente questi esemplari vivevano su 6 isole delle Filippine, ma si sono già estinti su 4 isole. Il motivo è la distruzione del 95% del loro habitat da parte dei campi agricoli.

Talpa senza pelo, dai deserti dell’Africa centrale.

Due enormi denti, occhi piccolissimi ridotti a fessure e niente pelo. Si tratta della talpa “nuda”, Heterocephalus glaber, un roditore che vive in colonie nel sottosuolo, scavando tunnel alla ricerca di tuberi di cui nutrirsi. La talpa nuda è l’unico mammifero che vive in colonie, come quelle delle api o delle formiche, e non si ammala di cancro, tanto da diventare un oggetto di studio interessante per i ricercatori.

Pesce napoleone, dall’oceano Indiano.

Vive nell’oceano Indiano e nel mar Rosso e può essere lungo fino a 6 metri. E’ il pesce napoleone, o Cheilinus undulatus, che vive nella barriera corallina e si nutre di molluschi, pesci e invertebrati. Questo pesce dalle carni prelibate è a rischio estinzione per la pesca indiscriminata.

Rana scroto del lago Titicaca, dal sud America.

La rana scroto del lago Titicaca, o Telmatobius coleus, è un anfibio con enormi sacche di pelle che aumentano la loro superficie corporea e le aiutano ad assorbire più ossigeno. Sacche di pelle che gli sono valse il soprannome di rane “scroto”. La loro sopravvivenza è messa a dura prova dalla scomparsa del loro habitat.

Scimmia con la proboscide, dalle foreste tropicali del Borneo.

Un naso importante quello di questi primati, i Nasalis larvatus, che vivono nel Borneo. Queste scimmie dalla proboscide sono ruminanti, mangiano frutti e foglie e hanno un sistema digestivo molto particolare. Il naso è più grande nei maschi che nelle femmine, motivo per cui la proboscide è ritenuta una sorta di richiamo sessuale, come le piume colorate per gli uccelli. Anche per questi animali il rischio di estinzione viene dalla distruzione dell’habitat.

Rana viola, dall’India.

Questa rana scoperta solo nel 2003 è caratterizzata dal suo colore viola e si chiama Nasikabatrachus sahyadrensis, per il suo muso particolare. La rana viola vive nel sottosuolo ed esce in superficie solo nelle due settimane successive ai monsoni, per deporre le uova e riprodursi. Questi anfibi vivono in aree molto piccole, e la distruzione delle foreste ne mette a rischio la sopravvivenza.