Allarme di Mattarella: i giovani scappano dall’Italia: il presidente parla a CEI perché Meloni intenda e provveda

Allarme di Mattarella:i i giovani scappano dall’Italia. Così si apre una crisi culturale e sociale. Il presidente parla alla CEI perché la Meloni intenda. E provveda

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 20 Novembre 2022 - 09:47 OLTRE 6 MESI FA
Allarme di Mattarella: i giovani scappano dall’Italia: il presidente parla a CEI perché Meloni intenda e provveda

Allarme di Mattarella: i giovani scappano dall’Italia: il presidente parla a CEI perché Meloni intenda e provveda

Allarme di Mattarella:”I giovani scappano dall’Italia. Ma così si apre una crisi culturale e sociale”.

La sensazione è che il Capo dello Stato abbia parlato alla Conferenza CEI perché Meloni intenda. E provveda. Il problema è indubbiamente serio e bene ha fatto il Presidente della Repubblica ad attirare l’attenzione su un fenomeno inquietante e crescente.

Solo l’anno scorso si sono registrate 83.791 partenze. La mobilità italiana  è cresciuta dell’87% nell’arco degli ultimi 6 anni, come ha certificato il “Rapporto Italiani nel mondo 2022” promosso  dalla Fonazione Migrantes, l’organismo pastorale  della CEI che dal 1987 favorisce la vita religiosa dei migranti (italiani e stranieri) e studia i processi della mobilità umana.

ALLARME: A RISCHIO L’IDENTITÀ DEL PAESE

Circola una battuta  che la dice lunga  sul fenomeno. Eccola:”Gli emigranti italiani  a vent’anni fanno l’Universita’ a Londra, a sessanta giocano a scopa a Lisbona “. Cioè, studiano in Inghilterra e poi fanno i pensionati in Portogallo per convenienza fiscale. Mattarella è soprattutto preoccupato della fuga dei giovani. C’è un dato del citato Rapporto 2022 che lo conferma: il 42% di coloro che vanno all’estero (per studio o per lavoro) hanno meno di 34 anni. Si converrà che si tratta di una quota rilevante. Da correggere al più presto.

FUGA PER NECESSITÀ, NON PER LIBERA SCELTA

Non trovando in Italia “un processo di formazione e di studio” (Mattarella) se ne vanno. Sono costretti. E una volta emigrati, difficilmente tornano. E il saldo tra chi entra e chi esce rimane negativo. Conseguenze: calo demografico con ricadute sulla nostra vita sociale. All’estero trovano “buoni stipendi e stabilità”.  A 29 anni, racconta un giovane italiano che a Berlino ha trovato lavoro in una società no profit, “guadagno 2.900 euro netti al mese. In Italia non ci sono posizioni comparabili “.

AI RAGAZZI SERVONO RAGIONI FORTI PER RESTARE

Giuseppe Roma, direttore generale della Fondazione Censis e docente all’università “Roma Tre” ha bacchettato recentemente “un sistema che non vuole scommettere sui giovani”.

E ha spiegato:”I ragazzi vorrebbero essere trattati da individui e non sentirsi allo sbando. In questo i nostri atenei, ottimi a livello di contenuti, sono un disastro. Aggiungiamo che non cresciamo da vent’anni e viviamo in una economia stagnante. Dunque le possibilità sono sempre meno . E i nostri giovani scelgono luoghi dove il merito non è proclamato ma praticato. E le aziende vanno in cerca dei migliori.