I costi della politica: ecco come funziona il vitalizio

Pubblicato il 19 Novembre 2011 - 19:55 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il ”vitalizio” dei deputati di cui oggi ha parlato il presidente della Camera Fini, altro non e’ che la pensione dei parlamentari: per accedervi, oggi, basta aver occupato uno scranno per 5 anni ed aver compiuto 65 anni.

Ogni mese il deputato versa mensilmente una quota (l’8,6 per cento, pari a 1.006,51 euro) della propria indennita’ lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dall’Ufficio di Presidenza di Montecitorio il 30 luglio 1997, che ha subito successivamente anche alcune modifiche.

In base alle norme contenute in tale Regolamento, il deputato, dopo 5 anni di mandato effettivo, riceve il vitalizio a partire dal 65/mo anno di eta’. Il limite di eta’ diminuisce fino ai 60 anni in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti: un po’ come le pensioni normali, in cui si puo’ andare in riposo un po’ prima se sono stati effettuati molti anni di versamenti.

L’importo dell’assegno varia da un minimo del 20 per cento a un massimo dell’60 per cento dell’indennita’ parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare e cioe’ dei contributi versati.

Negli anni precedenti il sistema era abbastanza in equilibrio, ma nelle ultime legislature c’e’ stato un forte ricambio tra gli eletti, con molti deputati che sono ”andati in pensione” e ricevono quindi il vitalizio.

Infatti il Regolamento prevede la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il deputato sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale.

La sospensione del pagamento dell’assegno vitalizio e’ inoltre prevista nel caso in cui il titolare del vitalizio assuma cariche pubbliche (Governo, giunte Regionali o locali, organi costituzionali, Authority, ecc) che prevedano una indennita’ il cui importo sia pari o superiore al 40 per cento dell’indennita’ parlamentare; alla sospensione non si procede qualora l’interessato opti per l’assegno vitalizio in luogo dell’indennita’.