Lavoro, Sacconi e Maroni: "Sulla riforma evitare il conflitto"

Pubblicato il 22 Marzo 2012 - 08:23 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Non riprodurre ''modalita' conflittuali'' che ''possano sollecitare quelle attitudini alla violenza sempre latenti in un Paese nel quale sono stati copiosamente diffusi i germi dell'intolleranza ideologica''. Lo chiedono gli ex ministri del Lavoro Roberto Maroni e Maurizio Sacconi in un intervento congiunto pubblicato oggi sul Corriere della Sera in cui, a proposito della riforma del lavoro, sottolineano il ''tempo perduto'' e l'esigenza di una ''buona politica'' che si rapporti a imprenditori e lavoratori con ''sobrieta' di decisioni'' e ''lucidita' di visione''.

Gli ex ministri ricordano la figura di Marco Biagi e il Libro Bianco con cui ''per la prima volta si introduceva esplicitamente nel confronto politico e sociale la necessita' di coniugare i profili di flessibilità' delle imprese e di sicurezza dei lavoratori trasferendo il cuore delle relative tutele dal singolo posto di lavoro all'insieme del mercato del lavoro''. Ma la reazione, sottolineano, ''di alcuni ambienti politici, sindacali e accademici'' fu ''violenta''. L'esito, proseguono Maroni e Sacconi, ''fu un Patto Sociale non unanime, una riforma con cui si definirono nuove modalita' di ingresso nel lavoro e piu' efficaci servizi di collocamento, un primo significativo incremento della indennita' di disoccupazione''.

Di piu' ''non fu consentito dalla esasperata conflittualita'''. Ora, proseguono, ''la responsabilita' delle decisioni passa al Parlamento'', il cui compito sara' anche quello di considerare ''la concretezza'' dei singoli atti della riforma ''in modo che, al di la', dei simboli e senza scambi astratti, possa effettivamente prodursi una maggiore propensione delle imprese a intraprendere e assumere in un tempo critico di incognite e di variabili imponderabili''.