Bersani va in Cina e il partito comunista corteggia il Pd

Pubblicato il 25 Maggio 2010 - 16:56 OLTRE 6 MESI FA

Pier Luigi Bersani

Come ai vecchi tempi, una rete tra partiti comunisti mondiali. Chissà se avrà avuto in mente questo He Quoqiang, membro del Comitato centrale del partito comunista di Pechino, quando ha chiesto a Pier Luigi Bersani, in visita in Cina ai margini del forum Europa-Cina, una maggiore collaborazione tra Pd e Partito comunista cinese.

E Bersani? Ha rivisto il suo passato in Cina? C’é  qualcosa che invidia al Partito Comunista Cinese? “No, per carità – risponde Bersani – non invidio nulla. Per scherzare potrei dire che l’unica cosa potrebbe essere il fatto che chi lo comanda ha qualche comodità in più. Ma non è così. Loro sono informatissimi, sanno benissimo qual’é stato il nostro percorso e lo hanno apprezzato. La cosa che invidio, dimostrata dalla loro storia, forse è che hanno una idea del futuro”.

Nell’incontro si è parlato anche della crisi economica: “Abbiamo avuto modo di parlare della situazione – spiega Bersani-, di individuare le criticità del momento. I cinesi sono molto preoccupati dalla situazione dell’euro, si rendono conto che il processo di integrazione europea non è compiuto, preferirebbero un interlocutore unico. Hanno esigenza di essere rassicurati con dei fatti. Ho detto che l’Euro è partito piccolo, è diventato altissimo ed ora è sceso di soli due centimetri”.

Quali i giudizi sul nostro paese? “I miei interlocutori cinesi in questi due giorni – continua il segretario del Pd – hanno dimostrato tutti una grandissima simpatia verso l’Italia e cercano rapporti sempre più stretti e relazioni e investimenti maggiori. Dobbiamo essere pronti a questa sfida”.

Nel forum si é molto parlato di organismi internazionali, delle loro funzioni, della crisi. “Da tutti – continua Bersani – è emersa la necessità di organismi internazionali più rappresentativi e più coinvolgenti. C’e grossa preoccupazione su come si regola il mondo. Formati come il G8 hanno fatto il loro tempo. Il G20, non istituzionalizzato, può essere molto utile. Bisogna anche accettare che l’Europa si presenti da sola, non lasciare iniziativa ai singoli paesi. C’é bisogno di regole ma non di protezionismi, se ne dovrà discutere meglio anche in sede Wto per favorire il mercato”.

“Anche sull’ambiente – continua Bersani – si è discusso molto, perché poi a conti fatti andando a pescare il fondo, dal loro punto di vista la loro posizione è anche legittima. Non lo è in chiave internazionale se pensiamo alle emissioni. Bisogna lavorare su questo, ma ho trovato ampi spiragli”.