Medvedev alle isole Curili contese. E Tokyo protesta

Pubblicato il 1 Novembre 2010 - 17:15 OLTRE 6 MESI FA

Dmitri Medvedev

Il presidente russo Dmitri Medvedev ha visitato oggi, 1° novembre, l’isola di Kunashiri, una delle quattro che compongono le cosiddette Curili del Sud, occupate dall’Urss alla fine della Seconda guerra mondiale e rivendicate dal Giappone col nome di Territori del Nord, suscitando le proteste di Tokyo.

Una striscia d’acqua di 16 chilometri separa Kunashiri da Hokkaido, ma la distanza ‘politica’ tra i Paesi è incolmabile, anche dopo 65 anni. Le possibilità d’intesa sembrano sfumate a seguito della missione di meno di quattro ore fatta da Medvedev, sufficienti ad aprire un’altra grana diplomatica al premier Naoto Kan, in aggiunta allo scontro in atto con la Cina sulle Senkaku, le isole contese all’estremo sud dell’arcipelago.

Come prima risposta, il ministro degli Esteri, Seiji Maehara, ha convocato l’ambasciatore russo, Mikhail Bely, al quale ha affidato una protesta formale.

”E’ stato un gesto che fa male al sentimento pubblico giapponese”, ha spiegato il capo della diplomazia di Tokyo, preso di mira oggi dal quotidiano cinese Global Times e bollato come ”un falco” filo-americano.

Dopo aver definito ”molto deplorevole” l’iniziativa del Cremlino, Kan è tornato in serata sul tema per annunciare che il governo ”sta valutando delle contromisure”, anche se c’è prudenza su cosa effettivamente fare.

Medvedev ha affidato alle agenzie di stampa una replica di ”sorpresa e stupore” per la risposta di Tokyo a un’iniziativa annunciata già a settembre, mentre il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, oltre a convocare l’ambasciatore nipponico, ha definito ”inaccettabili reazioni” sul territorio russo.

La mossa del Cremlino è caduta a due settimane dal summit dei capi di Stati e di governo dell’Apec (la cooperazione economica nell’area asiatico-pacifica) in programma il 13-14 novembre a Yokohama, in Giappone, in cui Kan dovrà già tentare di ‘ricucire’ i legami col presidente cinese Hu Jintao.

La visita di Medvedev è risultata indigesta perché fatta dal primo leader russo, includendo pure la fase sovietica, su una delle isole a nord di Hokkaido (Etorofu, Kunashiri, Shikotan e le isolette di Habomai).

L’offerta fatta da Vladimir Putin ipotizzava la riconsegna delle isole piu piccole (Habomani e Shikotan), inaccettabile per Tokyo in rispetto dei 17.000 nipponici espulsi dai sovietici e di un Paese che annovera nelle cartine geografiche i Territori del Nord come parte del Giappone.

Dagli ex residenti delle isole, come Hidezo Ikeda, 77 anni, è partito l’attacco più duro contro la ”debolezza” mostrata dagli esecutivi nipponici che si sono via via succeduti.

”Credo – ha osservato – che il presidente russo abbia deciso di recarsi in visita per dare un segnale forte agli elettori in vista delle elezioni presidenziali del 2012. Ciò che mi fa più rabbia è però la debolezza della diplomazia giapponese”.

Medvedev, in giro su Kunashiri con fuoristrada Nissan, si è complimentato per le infrastrutture esistenti come il generatore di elettricità a basso impatto ambientale e la rete telefonica. Tutte realizzate della cooperazione giapponese.

Le proteste dei giapponesi. I cittadini giapponesi originari di Kunashiri, una delle quattro isole Curili del Sud, occupate dall’ex Unione Sovietica nel 1945 e da allora rivendicate da Tokyo come Territori del Nord, hanno accolto con rabbia e preoccupazione la breve visita di oggi sull’isola da parte del presidente russo, criticando anche il governo nipponico per la sua incapacità di risolvere l’annosa questione territoriale con Mosca.

”Sono stato privato per 65 anni della mia città natale, è una cosa oltraggiosa”, ha dichiarato all’agenzia nipponica Kyodo l’ottantenne Sadao Deguchi, che ha vissuto a Kunashiri fino all’età di 15 anni.

Secondo Hidezo Ikeda, 77 anni, il lato più grave della vicenda è rappresentato dalla ‘debolezza’ mostrata dagli esecutivi nipponici che si sono avvicendati negli anni.

”Credo – ha osservato – che il presidente russo abbia deciso di recarsi in visita per dare un segnale forte agli elettori, in vista delle elezioni presidenziali del 2012. Tuttavia ciò che mi fa più rabbia è la debolezza della diplomazia giapponese”.

”La visita ha avuto l’obiettivo di mostrare il controllo russo sulla zona – ha spiegato Ryoichi Miyauchi, 67 anni, leader di un’associazione di ex residenti che si batte per il ritorno delle isole sotto la giurisdizione giapponese -. Credo che la situazione sia critica, e possa avere ripercussioni negative sui negoziati bilaterali”.

Alla fine della Seconda guerra mondiale, prima di essere espulsi dall’ex Urss, erano complessivamente 17.300 i cittadini giapponesi residenti a Eterofu, Kunashiri e Shikotan, oltre che nel gruppo di isole di Habomai. Le persone originarie dell’area ancora in vita in Giappone sono circa 7.800, con un’età media di 77 anni.

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