Usa. Barack Obama e la riforma di Wall Street: attesa sul dopo Bernanke alla Fed

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Agosto 2013 - 00:31 OLTRE 6 MESI FA
Usa. Barack Obama e la riforma di Wall Street: attesa sul dopo Bernanke alla Fed

Usa. Barack Obama e la riforma di Wall Street: attesa sul dopo Bernanke alla Fed (Foto LaPresse)

NEW YORK – La riforma di Wall Street torna tra gli obiettivi del presidente Barack Obama a tre anni dalla sua approvazione. Nonostante il tempo passato, la riforma è stata applicata solo per meno del 40%. Il ritorno alla riforma della Borsa americana entra nel vivo con la nomina del successore di Ben Bernanke alla banca centrale Fed. Il mandato di Bernanke scadrà a gennaio 2014 e al suo successore spetterà il difficile compito della exit strategy dalle misure non convenzionali messe in atto durante la crisi, un territorio inesplorato per la banca centrale.

Sulla scia dell’incertezza Wall Street si muove cauta, in attesa di indicazioni sulle prossime mosse della banca centrale, a partire da un’eventuale riduzione degli acquisti di asset, attualmente pari a 85 miliardi di dollari al mese, da settembre. ”L’attuazione della riforma di Wall Street va velocizzata”, afferma Obama incontrando le autorità. Il presidente mette in evidenza cosa resta da fare e che un sistema finanziario stabile è necessario per una ”classe media forte”, insieme alla tutela dei consumatori.

L’appuntamento alla Casa Bianca per la riforma di Wall Street potrebbe essere un’occasione per Obama di confrontarsi sulla successione alla Fed. Janet Yellen e Lawrence Summers sarebbero in pole position per il dopo-Bernake, anche se, come ammesso dallo stesso Obama, la rosa di candidati è più ampia.

Al prossimo presidente della Fed spetterà il compito di mantenere il difficile consenso all’interno della banca centrale, già spaccata su come procedere nel futuro a breve termine. Bernanke, durante durante i suoi quasi otto anni in carica, è riuscito a farlo e ora il suo successore dovrà cercare di percorrere la stessa strada per evitare il rischio di ampliare le divisioni e inviare segnali affrettati al mercato.

Wall Street da due settimane è in calo e ora attende i verbali della riunione del 30-31 luglio della Fed, in programma mercoledì 21 agosto, e l’appuntamento del fine settimana a Jackson Hole, dove per tradizione si riuniscono i banchieri centrali. All’appuntamento in Wyoming Bernanke sarà il grande assente e, secondo gli osservatori, tutti i banchieri centrali sono consapevoli che la partita più importante si gioca a Washington e che la palla è nelle mani di Obama.

La Fed intanto non molla la presa sulle banche: hanno compiuto progressi ma ci sono ancora debolezze e c’è spazio per migliorare, secondo il messaggio lanciato in un documento di 41 pagine sui recenti stress test. La banca centrale punta il dito sull’approccio usato dalle banche per prevedere le perdite, definito ”non robusto, non trasparente e non in grado di catturare in pieno l’impatto delle condizioni di stress”.

Difficoltà si evidenziano anche nella gestione del rischio, un tema questo che continua a creare problemi a JPMorgan. La banca, fino a poco fa considerata la prediletta di Washington, è alle prese con sei diverse indagini da parte del Dipartimento di Giustizia e una nuova indagine da parte della Sec, che vuole far luce sulle pratiche di assunzione in Cina. Le azioni legali e le indagini in corso potrebbero costringere JPMorgan ad assorbire 6,8 miliardi di dollari di perdite oltre alle riserve esistenti.