Cesare Damiano: “Troppe 8 proroghe per i contratti a tempo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Aprile 2014 - 10:25 OLTRE 6 MESI FA
Cesare Damiano: "Troppe 8 proroghe per i contratti a tempo"

Cesare Damiano

ROMA – Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro e presidente della Commissione Lavoro della Camera, non è molto d’accordo con Matteo Renzi, almeno in materia di lavoro. Ha opinioni abbastanza radicate, non ama la demagogia inutile, è un piemontese doc e un ex sindacalista comunista di altri tempi e serietà, ha prodotto documenti e preso posizione in sedi pubbliche.

Non lo manda a dire e ha diffuso le suo opinioni anche con due interviste, una al Messaggero e una a Libero.

Libero:

Onorevole come la mettiamo? «Guardi, qui non si tratta stravolgere qualcosa ma di non accettare la logica del prendere o lasciare. Ancora domani ascolteremo le parti sociali (sindacati, docenti, consulenti del lavoro ecc.) che ci fanno proposte trasversali e di buon senso, non certo diparte. Secondo leinon è logico pensare a un regime transitorio per i vecchi contratti a termine che resterebberocon le regole precedenti? O voler sapere, cosa si intende per organico complessivo quando si parla di percentuale massima di contratti a termine?»

Cioè? «Il testo dice che non si può superare il 20%di contratti a termine rispetto all’organico complessivo, ma non chiarisce se in quest’ultimo vadano ricompresi anche i lavoratori a progetto o se si conteggiano esclusivamente i contratti a tempo indeterminato».

Dubbio legittimo. Ma, chiarimenti tecnici a parte, lei chiede cambiamenti più sostanziali. Per esempio sul numero diproroghe dei contratti a termine.Otto sono troppe? «Sì. Per evitare un’eccessiva frammentazione io chiedo di trovare un compromesso tra le 4 previste prima e le 8 attuali.Elo stessodiscorso valeper la durata dei contratti a tempo senza indicazionediunacausale. Primanon si poteva andare oltre i 12mesi, con il decreto attuale si arriva fino a 36.Ecco, io dico troviamo un punto di mediazione ».

E sull’apprendistato che non prevede più l’obbligo di formazione? «Guardi, l’apprendistato è l’unico contratto alla tedesca che abbiamo. Si tratta cioè di un contratto duale perché contiene sia lavoro che formazione. In altre parole se togliamola seconda gamba eliminiamo la sua specificità e rischiamo di andare incontro a sanzioni da parte dell’Europa. Provi a pensare alla beffa per ilpiccolo artigiano che si dovesse trovare costretto a restituire i vantaggi fiscali di cui ha goduto… ».

Basterebbe reintrodurre la formazione obbligatoria perché il nuovo apprendistato possa passare? «Non proprio. Secondo me andrebbe ripristinata anche una percentuale minima di apprendisti da assumere a tempo indeterminato per poter fare poi nuovi contratti di apprendistato».

Il Messaggero:

E’ rimasto sorpreso dalle parole del ministro Madìa sui prepensionamenti nel pubblico impiego? «Credo che i ministri del governo Renzi dovrebbero sapere che almeno dal 1995 con la riforma Dini il tema della previdenza si gestisce in modo unitario tra dipendenti pubblici e privati. Riproporre adesso una differente modalità che con fatica abbiamo superato tanto tempo fa unificando i trattamenti, è semplicemente anacronistico, controproducente e socialmente iniquo».

Si riferisce alle costanti richieste europee di unificare il trattamento tra dipendenti pubblici e privati? «Esattamente. Voglio ricordare che non solo si è unificato il trattamento tra pubblici e privati, ma che l’intervento dell’Unione europea ha portato all’innalzamento dell’età pensionabile delle donne a 65 anni. Questo ha trascinato la successiva modifica anche nel settore privato. L’argomento della staffetta generazionale non può valere solo per il settore pubblico».

Per quale ragione no? «È una questione di equità. Il brusco innalzamento dell’età pensionabile della legge Fornero a 67 anni ha prodotto un blocco del turn over anche nei settori privati, impedendo ai nostri figli di entrare nei luoghi di lavoro. Una delle motivazioni dell’innalzamento della disoccupazione giovanile è anche questo».

A proposito di pensioni, immagino abbia visto le slides di Cottarelli con il contributo di solidarietà… «Sì, è bene che Renzi su questo abbia fatto marcia indietro. È anacronistico proseguire con spending review che parlano soltanto di tagli lineari».