Influenza A/ Ammaliamoci per sconfiggere la “febbre suina”: su internet viaggia una strategia paradossale ma utilizzata dalla notte dei tempi

Pubblicato il 15 Luglio 2009 - 17:14 OLTRE 6 MESI FA

Quale può essere un modo di non contrarre l’ondata tremenda di influenza A, prevista per il prossimo autunno, senza ricorrere al vaccino? Basta ammalarsi subito. La domanda che sta viaggiando su internet suona paradossale, ma nasce da un’idea estremamente semplice: se non dovessimo far altro che contagiarci tutti e crearci degli anticorpi così potenti contro il virus H1N1 da non poter contrarre la forma peggiore in arrivo?

Nell’incertezza circa la disponibilità di Tamiflu e in attesa del vaccino, la strategia della «presa di distanza» comprende la precauzione di non addensarsi su ascensori e altri luoghi piccoli e chiusi, evitando possibili contatti con uno starnuto, ovvero una cannonata di particelle che vanno a 300 km orari e che restano nell’aria anche per molto tempo, pronte a infettare il più vicino malcapitato. E se invece dovessimo cominciare col baciarci, abbracciarci, stringerci, alitarci sul collo e, nel peggiore dei casi, tossirci in faccia proprio per salvarci?

Non sarebbe del resto una trovata così impensabile né tantomeno impraticabile, se si considera che alla fine del secolo scorso, in Inghilterra venivano organizzate delle merende “pro varicella” che radunavano frotte di bambini intorno ad un piccolo infetto cosparso di vescicole. E quante volte sarà capitato che una madre di tre figli decidesse, quando uno si ammalava di orecchioni o rosolia di infilarlo nel letto coi fratelli per far trascorrere a tutti, subito e contemporaneamente la noiosa degenza?

Anche uno studio storico sulla Spagnola del 1918 dimostra che coloro che si ammalarono nell’ondata primaverile, più mite, furono risparmiati dalla seconda, quella autunnale, responsabile dell’ecatombe dovuta alle complicazioni infettive dell’influenza.

Certo le malattie infantili prendono di mira (o almeno dovrebbero perché da adulti sarebbero più pericolose), tutti i bambini, mentre l’influenza A non è detto che si debba “passare”. Un virus vivo non è come un vaccino. E il virus H1N1 è una malattia nuova ed è ancora, sotto certi aspetti, un fenomeno sconosciuto, di cui i ricercatori stanno scoprendo, ogni giorno, qualche segreto.

Un recente studio giapponese in corso di pubblicazione su Nature – condotto su animali – dimostrerebbe che il virus è più «cattivo» di quanto si sospetti. Comunque sia, al momento, pur essendo la mortalità molto bassa, anche se qualcuno sta pensando di organizzare un “influenza party”, non appare prudente correre deliberatamente il rischio di contrarre il virus. Meglio starne alla larga.