Sierologici anche nei supermercati. Una moda sanitaria innocua, inutilmente di successo

Sierologici, esami sierologici, esami del sangue per vedere se l’organismo porta e conserva traccia di un contatto con coronavirus. Comparvero, e allora avevano un senso vagamente diagnostico, quando i tamponi erano relativamente rari e difficili da fare.

Il tampone allora non era alla portata e disponibile per i privati (lo facevano solo strutture pubbliche) e quindi, anche se in maniera indiretta, l’esame sierologico poteva costituire un surrogato diagnostico. Anche se la funzione primaria e reale del sierologico era di natura epidemiologica e non diagnostica, tanto meno terapeutica come segmento disinformato della pubblica opinione immaginò al massimo della confusione.

Funzione epidemiologica. Avete presente Csi?

Avete presente Csi (Scena del crimine) e altri crime fiction quando l’agente scienziato cosparge la superficie della scena del crimine di liquido capace di far reagire chimicamente i residui di sangue o altro in modo che appaiono come macchie e tracce di colore? Ad occhio nudo i residui non si vedono, con il reagente diventano colori e la scena del crimine diventa una mappa colorata dei movimenti di assassino e vittima.

Il sierologico è il liquido sparso sulle scena della pandemia, evidenzia come colorandola con le tracce di chi, dove e quanti hanno avuto contatti pregressi con coronavirus, la mappa del contagio. Sierologico serviva a mappare l’epidemia in Italia, a valutarne dimensioni e percorsi. Non diagnosticava Covid in corso, tanto meno curava alcunché. Serviva, per dirla in maniera ancora più netta, più ai medici che alla gente che faceva l’esame sierologico. Questo era il sierologico tra la primavera e l’estate 2020.

Sierologico nei supermercati primavera estate 2021

Un anno dopo, primavera estate 2021: il sierologico va ancora e neanche poco. Al punto che catene di supermercati stanno allestendo la distribuzione e vendita del test. Sierologico, farselo l’esame per cosa? Male non fa, la salute non la danneggia certo, un semplice prelievo di sangue. Ma perché, per sapere cosa? Se il dubbio che l’esame deve sciogliere è quello di un possibile contagio, se voglio sapere se ho o no il Covid per questo ci sono i tamponi. Tamponi facili da effettuare, danno risposte rapide e sufficientemente precise.

Soprattutto sono l’esame giusto e specifico per individuare o escludere contagio. Cercare il contagio col sierologico è come misurare il livello d’olio nel motore controllando la pressione delle gomme: se la gomma è lisa e floscia è probabile il motore sia anziano, stanco e consumi troppo olio, ma perché non usare la bacchetta misura livello olio? L’esame sierologico non ti dice se sei contagiato e neanche se stai covando Covid. Ti dice solo se, a distanza di tempo, hai incontrato coronavirus. Non ci fossero i tamponi…ma i tamponi ci sono e sono l’esame e lo strumento giusto per la diagnosi certa.

Sierologico risponde ad ansie e curiosità

Sierologico, il tuo sangue che ti dice se mesi fa hai incontrato coronavirus. Quanti mesi fa? Dipende, varia da individuo a individuo la permanenza delle tracce nel siero. Risponde l’esame sierologico alla curiosità umana: mi ha sfiorato, l’ho toccato, magari ho avuto Covid in maniera totalmente asintomatica e neanche me ne sono accorto?

A queste domande l’esame sierologico dà una risposta, queste umanissime curiosità le soddisfa, almeno in parte e con relativa certezza. Ma non diagnostica nulla per l’immediato, tanto meno per il futuro. Non serve neanche per la visita ai nonni o per il viaggio da intraprendere: non è il tampone che ti dice se sei stato contagiato o no fino a 2/3 giorni prima del test. Il sierologico se sei stato contagiato una settimana fa non te lo dice perché il tuo sistema immunitario non ha ancora prodotto reazioni rilevabili al test. L’esame sierologico è una finestra sul passato, nulla ha a che vedere con il presente.

Sierologico risponde in tempo di vaccini ad una sopravvenuta ansia, quella da overdose di anticorpi. Overdose di anticorpi non è termine tecnico ovviamente. Ma è quel che non pochissimi hanno orecchiato e temono. Faccio il sierologico per vedere se ho anticorpi anti Covid, anticorpi che, se sommati a quelli indotti dal vaccino, possono diventare troppi anticorpi. Ragionamento non sballato, infatti ai guariti da Covid si consiglia e prescrive vaccinazione da tre a sei mesi dopo la guarigione. proprio per la presenza nei guariti di anticorpi indotti dal virus e non dal vaccino. Sierologico prima del vaccino può essere un accertamento prudenziale in casi specifici, casi individuati dal medico e accertamento preventivo anticorpale consigliato e prescritto dal medico.

Sierologico prima del vaccino

Casi specifici, individuati dal medico. Invece una sorta di passa parola reca la “dritta” di fare il sierologico prima di vaccinarsi. Come fosse un accendere la luce prima di entrare in una stanza, come fosse misura necessaria e preventiva. Così non è ma sierologico va di moda. Non di rado il medico cede al paziente che gli domanda pressante: lo faccio? Male non fa, quindi il medico di fronte al paziente che fortemente vuole e insiste cede. Sierologico innocuo, quindi perché affaticarsi a spiegarne l’inutilità diagnostica? Si dice sì e il paziente è contento. E’ un rapporto quasi abitudinario tra medico e paziente, da molto prima del Covid.

Dal dottore mi dia l’antibiotico al dottore mi dia l’eparina

Non di rado il medico cede al paziente, al paziente che vuole, proprio vuole un antibiotico. Il medico gli dice no, non serve. Il paziente resta dubbioso, comincia diffidare del suo medico, insiste. Il medico sa che prescrivere in quel caso antibiotico non è buona cosa ma sa che il suo paziente l’antibiotico se lo procurerà e l’assumerà in ogni caso. Quindi cede e l’antibiotico glielo dà. Succede da anni e anni.

Succede invece da settimane e settimane che la richiesta sia: vado a vaccinarmi, dottore mi dà l’eparina? Come se eparina preventiva agisse da antidoto preventivo alla remotissima trombosi da vaccino. Assumere eparina a prescindere, come fosse una vitamina anti trombosi, non è buona cosa, anzi. Ma non mancano anche qui medici che cedono e firmano il foglietto con la prescrizione.

Per quadrare senza danno il cerchio (cosa impossibile) andrebbero attrezzate le farmacie con confezioni di eparina per vaccinandi fatte di acqua e zucchero, guadagnando così l’indubbio effetto placebo. Quanto al sierologico, ha un nome accattivante, costa poco, si trova ormai facile ed è un bel giocattolo sanitario. Perché no? Ricordandosi però che è un giocattolo sanitario e non una medicina.

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