Sputnik sotto esame: sperimentazione forzata, militari e statali come cavie?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Aprile 2021 - 13:28 OLTRE 6 MESI FA
Sputnik sotto esame: sperimentazione forzata, militari e statali come cavie?

Sputnik sotto esame: sperimentazione forzata, militari e statali come cavie? (Foto archivio Ansa)

L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) la prossima settimana avvierà un’indagine per verificare se durante la sperimentazione clinica del vaccino russo Sputnik V siano state violate le norme etiche e scientifiche concordate a livello internazionale. Lo riferisce il Financial Times citando alcune fonti vicine al dossier.

Sotto la lente dell’agenzia ci sarebbe in particolare il rispetto del cosiddetto standard di ‘buona pratica clinica’ per la sicurezza dei partecipanti alla sperimentazione.

L’indagine, chiave anche per il via libera all’immissione sul mercato europeo del vaccino russo, arriva dopo la denuncia, riportata dalla Reuters, di alcuni militari e dipendenti pubblici russi che hanno riferito di aver ricevuto pressioni dai loro superiori per sottoporsi ai test clinici. 

Cos’è la ‘buona pratica clinica’

La ‘buona pratica clinica’ è uno standard internazionale volto ad assicurare che i trial clinici dei farmaci siano condotti in modo appropriato. “Il rispetto di questo standard fornisce rassicurazioni sul fatto che i diritti, la sicurezza e il benessere dei partecipanti ai test clinici sono stati rispettati”, ha spiegato l’Ema. 

In merito al vaccino Sputnik, la Russia ha fatto sapere che militari ed impiegati statali sono stati coinvolti nella sperimentazione condotta in un laboratorio statale e finanziata dal fondo sovrano russo  Russian Direct Investment Fund. 

Il fondo russo che ha finanziato il vaccino Sputnik

Kirill Dmitriev, a capo del RDIF, ha negato che sia stata utilizzata coercizione nei confronti delle persone coinvolte nella sperimentazione. 

Dmitriev ha anche sottolineato che gli enti regolatori dei 59 Paesi che hanno già approvato Sputnik V “hanno sottoposto il vaccino ad una rigorosa analisi dei dati e hanno evidenziato il rispetto della buona pratica clinica”.