Milioni di scimmie virtuali riscrivono il sonetto di Shakespeare

Pubblicato il 27 Settembre 2011 - 21:05 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Una scimmia che prema a caso i tasti di una tastiera per un tempo infinitamente lungo quasi certamente riuscirà a comporre qualsiasi testo prefissato. Questo è il teorema della scimmia instancabile, verificato dall’americano Jesse Anderson, che ha ideato un programma in cui milioni di scimmie virtuali, battendo tasti a caso, sono riuscite a riscrivere l’intero sonetto “A Lover’s complaint” di William Shakespeare con una precisione del 99,99 per cento.

Le scimmie hanno iniziato il duro lavoro il 21 agosto di quest’anno, hanno già battuto 5 trilioni dei ben 5,5 trilioni di possibili sequenze di 9 caratteri ottenibili con l’alfabeto inglese. Il programma ha usufruito dell’applicazione Hadoop, del sito Amazon, per selezionare le possibili parole: le sequenze che compaiono nel sonetto vengono salvate, mentre le altre vengono scartate. Inoltre il programma identifica le stringhe di caratteri che mancano per riscrivere l’opera.

Anderson ha scritto sul suo blog: “Questo è il più grande lavoro prodotto casualmente mai realizzato. E’ solo un piccolo passo per una scimmia, ma un grande passo per qualunque primate virtuale”. Il programmatore ha inoltre spiegato che “il progetto è stato il mio modo creativo di trovare una risposta al teorema non disponendo di risorse infinite”.

Il programmatore ha poi rivelato che l’ispirazione per la realizzazione del progetto è arrivata dopo aver visto un episodio del cartone “I Simpson” di Matt Groening, in cui il signor Burnes insulta una delle scimmie costrette a scrivere per un errore nella riscrittura del celebre passo dell’Amleto “essere o non essere, questo è il problema”.

Non è comunque la prima volta che si tenta di verificare il problema. Nel 2003 l’Art Coucil d’Inghilterra aveva stanziato 2 mila sterline per realizzare un esperimento con sei macachi del Suwalesi, ma il progetto venne abbandonato dopo un mese e appena 5 pagine prodotte, composte soprattutto da stringhe con la sola lettera S, molto lontane dal somigliare ad una parola di inglese. Senza tener conto dei computer danneggiati e delle tastiere scambiate dai macachi per toilette.

Le scimmie virtuali battono dunque quelle vere nella riproduzione del sonetto di Shakespeare, e l’orgoglioso programmatore riuscito nel suo intento rassicura tutti: “nessuna scimmia è stata maltrattata durante la realizzazione del codice”.