Staminali, test sull’uomo con cellule embrionali dal 2018

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 11 Novembre 2015 - 05:30 OLTRE 6 MESI FA
Staminali, test sull'uomo con cellule embrionali dal 2018

Staminali, test sull’uomo con cellule embrionali dal 2018 (Foto Ansa)

ROMA – Nel 2018 arriveranno i primi test sull’uomo con cellule staminali embrionali per curare il morbo di Parkinson. L’obiettivo è ricreare i neuroni danneggiati dalla malattia proprio a partire dalle cellule staminali, ricalcando così lo studio pionieristico di Anders Bjorklund, dell’università di Lund in Belgio. Una sperimentazione che se avrà buoni risultati porrà le basi per la definizione di tecniche omogenee per trovare una cura anche ad altre malattie neurodegenerative come la core di Huntington, la sclerosi multipla e la sclerosi laterale amiotrofica.

Ad annunciarlo il 10 novembre è Elena Cattaneo, senatrice e direttrice del Laboratorio cellule staminali dell’università di Milano, al termine del convegno sulle terapie con cellule staminali per le malattie neurodegenerative tenutosi a Roma e che ha visto riuniti i ricercatori di Europa e Stati Uniti. La Cattaneo spiega che nei primi test che vennero eseguiti alla fine degli anni Ottanta le cellule staminali venivano prelevate da feti abortiti, mentre a partire dal 2018 l’obiettivo è quello di utilizzare cellule staminali embrionali:

“Ci troviamo a tirare le fila di una storia cominciata 25 anni fa, quando in Svezia cellule prelevate da feti abortiti sono state trapiantate nel cervello di persone con il morbo di Parkinson”.

Lo studio del belga Bjorklund ha interessato fino ad 200 pazienti e 5 di loro hanno ottenuto ottimi risultati. Uno studio che poi si è evoluto a partire dal 2005, quando il team di ricercatori belgi ha iniziato a cercare una tecnica per “istruire” le staminali e farle diventare neuroni. In questi 10 anni di lavoro sono gettate le basi per individuare le tecniche più efficaci per stimolare le cellule immature a trasformarsi in cellule nervose e sono stati messi a confronto metodi diversi, tenendo sempre conto dei problemi, dei limiti e dei vantaggi che ne derivano.

L’obiettivo, che ora sembra essere sempre più vicino, è quello di definire delle tecniche omogenee per poter iniziare la sperimentazione clinica. Obiettivo per cui gli scienziati, riuniti il 10 novembre a Roma, hanno definito anche una data: nel 2018 si darà il via alla sperimentazione su pazienti che soffrono del morbo di Parkinson e, se i risultati saranno positivi, ci saranno le basi per andare aventi su molte altre malattie neurologiche.

La Cattaneo ha però sottolineato un aspetto della ricerca che pone molti paletti agli scienziati italiani: la legge 40 sulla fecondazione assistita. La legge vieta la produzione di staminali embrionali e impone l’utilizzo delle cellule prodotte all’estero. Un problema non da poco dato che le cellule staminali embrionali sono le uniche ad aver dimostrato finora l’efficacia, sia negli esperimenti fatti in laboratorio sia in quelli condotti sugli animali, spiega la senatrice e scienziata all’Ansa:

”In Italia possiamo soltanto importarle. Questo accade perché la legge 40 è semplicemente ipocrita: ormai andiamo avanti con cellule sviluppate da altri, che nel frattempo hanno acquisito le competenze necessarie in questo campo. E se un domani ci sarà una terapia per il Parkinson basata sulle staminali, sarà possibile -solo grazie ai colleghi di altri Paesi e non ad una legge ipocrita”.