2012 fuga dagli stadi: scommesse e mercato, curve vuote. Boom Juve, crollo Inter

Pubblicato il 18 Settembre 2012 - 09:11 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Tifosi in fuga dagli stadi italiani. Vuoi la crisi, vuoi la vasta offerta di partite in tv come valida alternativa alla curva, sta di fatto che oggi i tifosi che vanno allo stadio sono il 3% in meno rispetto al 2011. Oltre il 9% in meno rispetto a due anni fa e addirittura 13% rispetto a tre anni fa. Ma non è solo fuga dagli stadi, è anche il cuore tifoso che non batte più come prima, rallentato forse da quello che sempre più viene definito come “calcio malato”. Nel 2010 infatti oltre un italiano su due si diceva tifoso di calcio. Oggi poco più di quattro su dieci. Peraltro, l’unica componente del tifo cresciuta, seppur di poco, è quella più “tiepida”. Il sondaggio Demos-Coop presentato su Repubblica, spiega l’andamento del tifo negli ultimi anni, con dati interessanti che rispecchiano non solo un calo di passione ma anche il valore delle “nuove piattaforme” digitali e non per guardare una partita di calcio.

“Calcio malato” e inzeppato di scandali. Troppo condizionato da interessi per l’84% dei tifosi. Quasi un tifoso su due poi ritiene che la vicenda del calcio scommesse sia un caso di giustizia sportiva che non si è risolto nel modo giusto. Gli errori arbitrali: al 53% dei tifosi (circa 8 punti più di un anno fa) capita di pensare che avvengano in malafede. Non è un caso che, mentre l’ampiezza del tifo “per” una squadra si è ridotto sensibilmente, quella del tifo “contro” si sia, invece, allargata. Tocca quasi il 56% dei tifosi: 5 punti più di un anno fa e 14 rispetto a due anni fa.

Ma è cambiata anche la mappa del tifo, tracciata dall’Osservatorio Demos-Coop, in base alla squadra preferita. In questo caso, però, contano motivi soprattutto “sportivi”. Legati ai risultati e alla competitività delle squadre. La Juventus resta saldamente e largamente in testa alle preferenze. La sua incidenza però è scesa, anche se in misura molto limitata. Meno di un punto percentuale. I suoi tifosi corrispondono a circa il 28 e mezzo per cento. I successi e la vittoria nell’ultimo campionato ne hanno confermato la posizione. La novità, semmai, è che torna a essere la più odiata. Bersaglio delle tifoserie delle squadre avversarie, che le contendono il primato nel campionato. In un anno infatti la quota di tifosi ostili alla Juve è raddoppiata: dal 14 al 27%.

Il Milan conferma la sua quota di tifosi, intorno al 16%. L’Inter ha, invece, perduto una parte rilevante dei suoi sostenitori. Ora si è attestata al 14 e mezzo per cento: 4 punti meno di un anno fa. Mentre è cresciuta molto l’area del tifo per il Napoli, che ha superato il 13% e incalza l’Inter. Anche la Roma appare in crescita: ha superato il 7%. Il mutamento degli orientamenti del tifo dipende in gran parte dai risultati delle stagioni recenti, in tal senso però ha pesato molto anche il calciomercato. Milan e Inter hanno infatti ceduto molti dei giocatori più pregiati. Si spiega in questo modo anche la crescita del tifo giallorosso. Animato da una campagna acquisti che ha soddisfatto i sostenitori. Ma, soprattutto, dall’arrivo di un allenatore, Zeman, che al di là dei risutlati, gode di grande carisma.

Ma c’è anche un parallelo con la politica. Le tifoserie, al di là delle posizioni degli ultrà, mostrano spesso infatti orientamenti politici precisi e il sondaggio le conferma. Sinistra: i tifosi della Fiorentina. Centrosinistra: il Napoli. Centro: la Juventus. Centrodestra: le due milanesi.