Il Bel Paese si ferma: c’è Slovacchia-Italia, Gattuso e Di Natale dall’inizio

Pubblicato il 24 Giugno 2010 - 14:37 OLTRE 6 MESI FA

Se fosse per il ministro Brunetta la Nazionale la vedrebbero in pochi: bisogna lavorare “e basta”. I lavoratori di Termini Imerese invece vorrebbero lavorare ma saranno costretti a seguire gli azzurri di Lippi: un messaggio a Marchionne per ribadire che loro lo sciopero lo fanno per il lavoro, altro che Mondiali. Verso le 18 capiremo come è andata: si può scommettere che l’audience smentirà il volitivo Brunetta.

Speriamo solo che a quell’ora sapremo pure di essere ancora in gara per un titolo che fino a prova contraria ci appartiene.  Che la vuvuzela suoni per Gattuso e gli altri. Forse anche Berlusconi riprenderà un po’ di entusiasmo verso una squadra che non gli piace troppo. C’è da capirlo: il rischio figuraccia è dietro l’angolo, lui vuo starne lontano. Gli brucia ancora il fattore C dell’unico rivale capace di batterlo, quel Prodi che sornione portò fortuna all’Italia del 2006.

Bandiere, sciarpe e maglie azzurre un po’ ovunque: in alto i cuori quindi.

Inutile minimizzare: l’Italia rischia di tornare a casa con largo anticipo – ma la Figc ha prenotato l’albergo sede del ritiro azzurro fino all’11 luglio, giorno della finalissima. Ma polemiche a parte, gli azzurri tirano sempre. Sperando che becchino la porta stavolta.

Bolliti secondo alcuni, eroi secondo altri. Ma pur sempre campioni del Mondo. Per una questione di orgoglio e di dignità, non possono uscire al primo turno.

Allora alle 16 si gioca e tutti seduti davanti al televisore. A tifare e sperare nella grinta di Gattuso, che il ct ha rispolverato confidando proprio nell’agonismo del milanista. Giocherà dal primo minuto, il suo primo minuto sudafricano. E ci sarà anche Di Natale, che il ct ha promosso titolare nel momento della verità.

Sperando in una vittoria, che accenderebbe come sempre l’entusiasmo dei tifosi. Forse non ci saranno caroselli di auto strombazzanti e bagni nelle fontane, ma il passaggio degli azzurri agli ottavi porterebbe comunque una ventata di ottimismo, un po’ di speranza per una Nazionale che, anche quattro anni fa a Berlino, stupì tutti vincendo il Mondiale, il primo titolo post Calciopoli.