Moratti, l’elogio di Stramaccioni e l’errore “voluto” su Lichtsteiner

Pubblicato il 5 Novembre 2012 - 16:32 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Moratti (LaPresse)

MILANO – Due notti che portano consiglio fino a un certo punto. Il presidente dell’Inter Massimo Moratti torna sull’impresa della sua squadra in casa della Juve. Impresa che per Moratti ha un nome e un cognome, quello di Andrea Stramaccioni. Allo stesso tempo, però, la soddisfazione della vittoria non gli fa dimenticare gli errori arbitrali e la stilettata contro la terna, alla fine arriva, quando definisce “voluto” l’errore che ha portato alla mancata espulsione di Lichtsteiner.

Su Stramaccioni Moratti fa il suo elogio sul Corriere della Sera. Di lui, spiega il presidente:

“mi hanno impressionato tre caratteristiche: la capacità di preparare la partita minuto per minuto, passaggio per passaggio, studiando anche i dettagli che possono sembrare marginali; l’attenzione per l’avversario, nel senso di conoscerlo per sfruttarne i punti deboli e imporre il gioco; il rapporto straordinario che ha con i giocatori. Si fidano di lui, lo stimano e lo apprezzano, perché lo vedono lavorare sul campo e hanno capito che è bravissimo. E noto che c’è grandissimo rispetto specifico fra allenatore e giocatori”. 

Degli arbitri, invece, Moratti ha parlato in più di un’occasione. Sempre nell’intervista firmata da Fabio Monti sul Corriere arriva la prima sassata:

“Erano due errori e non ce l’ho con la Juve; che la partita era un po’ la sintesi della storia delle due squadre (compreso il gol annullato a Palacio per centimetri); che ci sono errori continui da parte degli arbitri. Possono succedere, ma bisogna fare molta attenzione, perché errori così non possono permetterseli. Il primo sbaglio sul gol in fuorigioco è grave, ma ho pensato: la partita è appena iniziata… Invece ho trovato voluto il secondo errore: sarebbe bastato occuparsi della vicenda e sarebbe venuta fuori l’espulsione. Non è un fatto personale con Tagliavento, ma è il riassunto di quanto è accaduto. Però ho apprezzato moltissimo il comportamento della squadra, che ha sempre pensato soltanto a giocare a calcio. Con serenità, con passione, con grande forza di volontà, senza nervosismo. È venuta fuori una delle più belle partite che io ricordi fra Juve e Inter”.