La Juve annienta il Napoli, Milan a -2. Terzo posto, nessuno lo vuole?

Pubblicato il 1 Aprile 2012 - 22:39 OLTRE 6 MESI FA

Bonucci esulta dopo l'1-0 (Foto LaPresse)

ROMA – La Juventus non molla. Con i gol di Bonucci e Vidal e Quagliarella  la squadra di Antonio Conte schiaccia  3-0 il Napoli e accorcia sul Milan bloccato sabato sull’1-1 a Catania. Ora tra prima e seconda i punti sono solo due. Pochissimi.

Il Napoli a Torino si presenta con un canovaccio preciso: difendere chiuso e ripartire veloce. E il gioco funziona per tutto il primo tempo: la Juve prova a fare la partita, produce ma non sfonda, il Napoli è attento e dà a tratti l’impressione di poter fare male. Nella ripresa, però, la squadra di Conte scende in campo con un atteggiamento diverso. E non perde quello che forse era l’ultimo treno scudetto. Nell’ordine segnano Bonucci (in lieve fuorigioco), Vidal (gran gol) e Quagliarella. Il Napoli ha due motivi per ricriminare: il primo gol irregolare  e la mancata espulsione di Lichtsteiner che simula quando è già ammonito. Ma la Juve, stasera, aveva un altro passo.

Quello del Milan, di sabato pomeriggio è invece un pari con veleno. Prima di tutto il risultato, a Catania finisce 1-1 e finisce anche a sette la serie di vittorie consecutive di Ibra & co. in campionato. Ibra che, una volta tanto, non segna mentre il gol del provvisorio vantaggio lo infila Robinho. Non basta a farsi perdonare l’errore sotto porta con il Barcellona e non basta neppure per passare a Catania visto che la squadra di Montella reagisce con rabbia e pareggia con il secondo gol consecutivo del centrale Spolli. Il giallo, però, si consuma poco dopo quando su un tiro (debole) di Robinho Carrizo è battuto, due difensori del Catania bucano prima che Marchese ribatta forse sulla linea, forse oltre. Per l’arbitro Bergonzi  non è gol, i replay non chiariscono del tutto anche se sembra, da un’immagine in particolare, che la palla abbia scavalcato per intero la linea. E’ certamente gol per Allegri e Galliani che non la prendono bene per niente e sgranano un rosario di torti arbitrali. Dimenticando, per esempio, che domenica scorsa il rigore che consente a Ibra di fare l’1-1 provvisorio con la Roma nasce da un fuorigioco.  Al Catania, come al solito in questa stagione, vanno solo applausi.

Nella serata di sabato, invece, la Lazio fa harakiri a Parma andando a perdere per 3-1 in casa del Parma. Per la squadra di Roberto Donadoni, a segno con Mariga e doppietta dell’ex Floccari, è ossigeno puro in chiave salvezza. Per la Lazio, invece, è un altro segnale preoccupante. La classifica è ancora buona ma le tre sconfitte nelle ultime quattro gare, non con avversari irresistibili, non possono non far riflettere. La squadra di Reja è in debito d’ossigeno e senza Klose fa una fatica enorme a segnare. Mettiamoci il debito di condizione di altri giocatori chiave, l’infinita sequenza di infortuni ed ecco che il quadro, mentre si avvicinano gli scontri diretti, è tutt’altro che entusiasmante.

Alla Lazio si riavvicina un po’ anche la Roma che, nell’anticipo di mezzogiorno, ritrova almeno i gol con il Novara. Alla fine il tabellino dice 5-2 per i giallorossi, con cinque marcatori diversi. Punteggio, forse, un po’ troppo generoso, visto che almeno in partenza la Roma soffre e non poco.  Sono infatti i piemontesi ad andare in vantaggio al primo affondo con Caracciolo che anticipa De Rossi (oggi difensore centrale d’emergenza). La Roma, però, si scuote: prima pareggia con Marquinho e poi passa con Osvaldo, al decimo sigillo stagionale.  Nella ripresa, poi, i giallorossi dilagano con Simplicio e Bojan poi si fermano consentendo al Novara di accorciare. Alla fine, però, Lamela nel recupero chiude i conti. Per il Novara è una sconfitta che sa di retrocessione. Per la Roma, visti i risultati delle altre, la fiammella terzo posto è ancora accesa a patto di trovare due cose che continuano a mancare: la solidità difensiva e un minimo di continuità.

Nel pomeriggio di domenica, invece, l’attesa era soprattutto per l’esordio sulla panchina dell’Inter di Andrea Stramaccioni. Esordio che coincide con una vittoria da “pazza Inter”, un 5-4 al Genoa che, se non altro, dà l’idea di una squadra rivitalizzata. Per l’equilibrio, invece, ci sarà forse tempo. Per la nuova Inter sembra tutto facile: dopo 38 minuti, grazie a una doppietta (senza esultanza) dell’ex Milito e un gol di Samuel l’Inter è sul 3-0. Poi i nerazzurri si spengono e il Genoa rientra con Moretti. La ripresa è la fiera del rigore: ne vengono dati tre al Genoa e uno all’Inter. In totale fa 5-4 con un po’ troppa sofferenza, forse. Ma quello che conta, oggi, è che l’Inter è una squadra viva. Il Genoa, inchiodato a quota 34, deve iniziare a fare punti: per i grifoni la migliore notizia della giornata viene da Lecce, dove i padroni di casa non hanno vinto. Non basta.

Chi sembra non averne più, invece, è l’Udinese di Francesco Guidolin, sconfitta 1-0 dal Siena in Toscana. A decidere, nella ripresa è un gol di Destro: rete pesantissima che porta il Siena a 36 punti, otto più del Lecce. Lo stesso tecnico friulano a fine partita sembra alzare bandiera bianca: “Siamo in difficoltà ma non morti. E comunque per Udine ogni coppa è importante”. Insomma ci si può accontentare anche dell’Europa League. Che, va detto, per una squadra che ha perso Inler e uno che si chiama Alexis Sanchez e dà una grossa mano al Barcellona, non è comunque poco.

Se l’Udinese è in crisi la Fiorentina è sull’orlo del baratro. E’ evidente che con Delio Rossi non è arrivata nessuna scossa, che il mercato di gennaio non ha migliorato la situazione e che 33 punti non bastano, nonostante il Lecce sembri aver frenato la sua rimonta. I viola, in casa con un Chievo già tranquillo, perdono per 2-1 e escono per l’ennesima volta tra gli insulti dei tifosi inferociti. La sensazione è che le scuse della famiglia  Della Valle non basteranno per sempre, specie se la stagione dovesse andare a finire come per la Sampdoria l’anno scorso.

Chi ha perso un’occasione d’oro è però il Lecce bloccato in casa sullo 0-0 dal Cesena. La partita scorre via e finisce con l’unico risultato che riesce ad essere inutile per tutte e due le squadre: i bianconeri sono in attesa solo della matematica retrocessione ma al Lecce i tre punti avrebbero fatto molto comodo. Invece la Fiorentina resta per ora a cinque punti e sabato prossimo per il Lecce c’è una partita di quelle dure, con la Roma che ha bisogno di punti per provare a rincorrere il terzo posto.

A Cagliari, invece, i padroni di casa superano 2-0 l’Atalanta con un gol per tempo, quello di Daniele Conti e di Pinilla. Le due ora, sono appaiate a quota 37, a un soffio dalla salvezza.  Infine il Palermo passa 3-1 in casa del Bologna e si porta a 39 punti in classifica. Rossoblù che vanno in vantaggio e poi mollano: la classifica, però, per ora non desta preoccupazioni.