“I 7 vizi capitali”, le scollature e il sogno di condurre Sanremo: intervista a Monica Setta

Pubblicato il 28 Aprile 2010 - 21:22 OLTRE 6 MESI FA

Monica Setta

E’ la donna più amata dai camionisti italiani, ma anche la regina di share di una Raidue in cerca d’autore, divisa fra gli ascolti boom di Annozero e la routine – un po’ sotto la media annuale – dell’Isola dei famosi.

A Monica Setta, 45 anni, giornalista di carta stampata, professionista dal 1989, laureata in filosofia, “prestata” nel 2002 a La7 con un piccolo programma (Donne allo specchio) pensato e scritto da Maurizio Costanzo, è riuscita una scommessa all’apparenza molto difficile.

Il 21 settembre scorso, infatti, Monica ha assunto la guida di un format nuovo di zecca di produzione interna (costo: 7 mila euro al giorno) che ha aperto alla politica e all’attualità in una fascia oraria tradizionalmente legata alle soap o ai programmi dei “tronisti”.

E Setta con il suo “Il Fatto del giorno” ha portato la fascia del day time dalle 14 alle 15 dal 3-4% dell’anno precedente (quando andava in onda Scalo 76 talent, 400mila spettatori in media) a quota 11-12% totalizzando ogni giorno dal milione e 800mila ai 2 milioni di spettatori.

Ora, Monica ci riprova con la seconda serata “Peccati, i 7 vizi capitali” che va in onda il giovedì subito dopo Annozero di Michele Santoro. Domani, puntata choc con un’intervista a Luca Barbareschi che si leverà tanti sassolini dalle scarpe a proposito del suo rapporto con il Pdl, Berlusconi, Fini e la Rai.

Considerata una “raccomandata” del direttore di rete Massimo Liofredi, Monica Setta confida in quest’intervista che il suo approdo alla tivù è stato graduale e senza padrini. Occupandosi tutti i giorni di politica, le telefonate dei big di destra o sinistra non dovrebbero essere mancate, ma lei nega e rilancia: “Se qualcuno avesse alzato il telefono per dirmi cosa fare o chi invitare”, dice, “avrei dato immediatamente le dimissioni dal programma”.

Mai ricevuto chiamate da quel politico o dall’altro in questi lunghi mesi, compresa la fase turbolenta della campagna elettorale che ha bloccato i talk show politici?

“Mai, né da Berlusconi né da Bersani. Nella prima fase del “Fatto del giorno” mi sono attenuta agli schemi della vigilanza Rai che invita al pluralismo politico nel servizio pubblico e ho aperto a qualsiasi forza, anche alla sinistra radicale che non era più presente in Parlamento. Ho seguito un metodo rigidissimo che tenesse conto di tutti i “punti di vista” e della rappresentanza complessiva della politica nel paese, ma sono stata premiata nella verifica dell’Osservatorio di Pavia Media Research che ha certificato come nel mio programma la presenza dei due poli fosse esattamente al 50% per ognuno. Poi, ancor prima che scattasse la campagna elettorale, quando si è trattato di scegliere se fare o meno politica, ho deciso autonomamente di non “agganciare” il programma alla testata giornalistica. Stimo moltissimo il direttore del tg2 Mario Orfeo, ma fino a quel momento, le sinergie fra noi e loro erano praticamente nulle, perciò non me la sono sentita di dare al tg la responsabilità politica assoluta del mio operato. Avessi commesso un errore, sarebbe ricaduta la colpa su Orfeo e non sarebbe stato giusto. Così, ho chiesto a Liofredi di poter fare altro: cronaca, costume, società”.

Gli ascolti ne hanno risentito?

“Assolutamente no, per un mese abbiamo cambiato orario partendo dopo le tribune elettorali e dopo la pubblicità cioè al 2-3% ma sono state le puntate più belle. Avevamo chiesto di scorporare lo share, invece abbiamo avuto curve Auditel talmente spettacolari che alla fine il risultato è stato superiore al 12 con punte del 14%”.

Lei all’inizio aveva il televoto, poi il cda Rai ha deciso di cancellarlo. In alcuni momenti è stata accusata anche di una conduzione un po’ disinvolta, a tratti portata allo scoop a tutti i costi…

“Quando è successo e l’azienda me lo ha fatto notare, ho corretto la linea. E’ facile che ad una giornalista come me che è vissuta di pane e notizia, possa scappare la mano e lasciarsi prendere dalla smania dello scoop, l’importante è restare agganciati alla certezza delle notizie. Io ho sempre condotto agenzie alla mano e finora non ho mai avuto una contestazione scritta. Ringrazio comunque l’azienda per la fiducia che mi ha accordato; il dg Mauro Masi è un professore universitario oltre che un grand commis che conosce alla perfezione il “mezzo”, dunque sa dare indicazioni puntuali alla programmazione. Ai consiglieri Rai, invece, debbo la gratitudine di avermi mandato in onda anche nei mesi in cui erano in programma le tribune elettorali: avendo “sulle spalle” una redazione di giovani con contratti a tempo e consulenze, lasciarli a piedi sarebbe stato per me un rimorso grandissimo! senza contare che, non smettendo mai la programmazione, non abbiamo incrinato il rapporto fiduciario che ci lega al nostro pubblico”.

Adesso “Peccati”, domani sera l’invidia e un viaggio nel confronto Berlusconi-Fini. Non teme di far concorrenza a Porta a Porta?

“Assolutamente no, il coordinamento del palinsesto Rai ha stabilito che la politica è competenza di Bruno Vespa ed io sono d’accordo. Il nostro è semmai un viaggio culturale, nella fenomenologia o nella psicologia dei due leader con psichiatri, filosofi, anche politici ma non legati alla strettissima attualità”.

Di recente, si è parlato di una “strigliata” dei consiglieri sulle troppe scollature delle conduttrici. Lei non è certo esente, anzi, ha sempre mostrato le sue grazie…

“Lo facevo nel passato, quando ero a La7. Oggi da molto tempo mi vesto in modo normale, pensi, non ho neanche voluto il costumista, mi porto i vestiti da casa e spesso sono jeans, camicie, abitini di maglina leggeri senza pretese. E’ vero che ho sempre avuto un seno abbondante e per anni questo è stato il mio cruccio: farmi apprezzare più per la fisicità che per la capacità professionale. Ora penso di aver pareggiato i conti. E poi ho visto l’imitazione che mi ha fatto Gabriella Germani nel programma di Raiuno, davvero splendida… L’ho trovata soave, leggera e simpatica. Appena finito, le ho inviato un sms e l’ho invitata al programma del pomeriggio. Mi auguro che verrà presto!”

Le dispiace se le danno della “raccomandata” di Massimo Liofredi?

“Sì, moltissimo. Perchè conosco Massimo da anni, è stato lui a volermi a Domenica in, ma i nostri rapporti sono meno intensi di quanto possa apparire. Massimo ha il suo entorage, i collaboratori stretti che vede ogni giorno; noi ci sentiamo al telefono, ma soprattutto per l’amicizia che lega le nostre famiglie. Conosco sua moglie Natalia, che è mia lontana parente essendo di Bari (io sono di Brindisi) e i suoi figli; ci è capitato di cenare tutti insieme, ma di televisione se ne parla ben poco. Anche perchè lui è un decisionista, ha le sue idee e nessuno è in grado di fargli cambiare opinione quando si mette in testa qualcosa!”

C’è chi dice che Liofredi è destinato a cambiare rete passando ad altro incarico…

“E’ probabile, viene dal varietà di Raiuno, conosce benissimo il mestiere e si è formato nella rete ammiraglia con Brando Giordani e Fabrizio Del Noce. Non mi stupirei che ci fossero novità nel suo lavoro…”

Lei ha sempre detto di essere bipartisan. Paragone a destra, Santoro a sinistra e Monica al centro?

“Monica dalla parte delle notizie, dei “fatti” separati dalle “opinioni”. Se avessi voluto scegliere uno dei due poli avrei accettato le offerte politiche che mi sono arrivate da destra e sinistra, ma voglio solo fare il mio mestiere di cronista senza schierarmi da nessuna parte”

Però non può negare che Berlusconi le stia simpatico..

“Ho conosciuto Berlusconi nel 1990 quando era imprenditore, cioè nel suo periodo pre politico; io ero cronista per un giornale finanziario e lo seguivo ogni giorno. Prendevo appunti su un quaderno rosa e quegli appunti nel 1994 sono diventati un libro “Berlusconi sul sofà” con la prefazione di Indro Montanelli. Anche Montanelli giudicava che il Cavaliere, come imprenditore, mi fosse simpatico. Era la verità, non lo vedo da anni, ma i miei “primi passi” di giornalista economica sono legati ai ricordi di quelle trasferte al suo seguito e sono ricordi felici perchè appartengono alla mia giovinezza”

Altro capitolo, l’Isola dei famosi. Lei ha discusso con Simona Ventura per la presunta censura ad Aldo Busi. Lo scrittore le ha dato della “befana” e molti aficionados dell’isola la considerano una bigotta. Cosa pensa del reality di Raidue?

“E’ un prodotto che nel 2005 faceva ascolti alle stelle, era moderno, pieno di potenzialità. Ma con gli anni, in tivù, tutto si consuma e l’opera di rinnovamento non è sempre facile. E’ vero, ho discusso con la Ventura perchè, come cittadina che paga il canone, sono rimasta offesa dal tono forte usato da Busi parlando di omofobia, Chiesa, governo e perfino di una mia grandissima amica, la straordinaria Mara Venier. Da madre sono stata preoccupata che Busi potesse tornare in studio e continuare ad usare in modo così “forte” il mezzo televisivo mettendo a rischio la tutela dei minori che spesso sono davanti al video senza alcuna difesa. Non amo le censure, però sono sicura che questa democrazia sia talmente matura da non aver mai rischiato la deriva verso il “regime”. E credo ancora che le battaglie serie per la libertà di stampa, ove ce ne sia bisogno, non si fanno certo sui reality. Detto ciò stimo molto Simona che è diversa da me perchè è vulcanica, patinata, mondanissima. Ha dettato lo stile del suo tempo. E poi le racconto un aneddoto finora segretissimo…”

Ci dica…

“Nel 2006 Giorgio Gori mi chiese di partecipare all’Isola come concorrente. Avrebbe voluto una naufraga con la macchina da scrivere; ho grande simpatia per Gori, ma la sola idea di volare su un’isola dei reality mi fa venire il mal di pancia…”

Il 2010 è stato un anno speciale per lei, si chiude in bellezza e in attivo. Cosa sogna per il prossimo anno?

“Intanto, sono legata alla Rai da un’esclusiva e dunque vorrei continuare a lavorare nel day time, ma ho un sogno nel cassetto da sempre: l’intrattenimento. So che è un traguardo impossibile, però ci penso…”

Cosa vorrebbe fare?

“Se chiudo gli occhi, Sanremo 2011. Lo so che è un sogno incredibile, ma se si avverasse sarebbe davvero…”il fatto del giorno”!”