Berlusconi/ La procura di Bari ha sentito altre 19 ragazze. Festini anche a Cortina, Milano e Roma. Spunta la cocaina. Il ruolo di mediatore di Max Verdoscia, amico fraterno di Gianpaolo Tarantini
La procura di Bari sta ascoltando le testimonianze di donne coinvolte nell’inchiesta a carico di Gianpaolo Tarantini accusato di sfruttamento della prostituzione: 30 sono i nomi nella lista del sostituto procuratore, Giuseppe Scelsi, 19 ragazze sono state già ascoltate.
Al momento l’unico caso certo è quello che riguarda Patrizia D’Addario, ma gli investigatori stanno battendo altre strade. Nel mirino altre feste, oltre a quelle dove era presente Berlusconi, a Bari, Cortina, Milano e Roma. Esiste anche un capitolo “viaggi all’estero”: Dubai, i casinò del Montenegro. Si parla di nove appartamenti in centro e sei ville nell’immediata periferiadi Bari dove venivano organizzati festini a lui rosse con imprenditori, professionisti e politici. Patrizia D’Addario si sarebbe rifiutata di partecipare a un festino per celebrare l’ascesa della squadra del Bari in serie A.
Il nome nuovo che entra prepotentemente nella vicenda è quello di Massimiliano Verdoscia, noto come Max: sarebbe il personaggio di raccordo con Gianpaolo Tarantini, di cui è amico fraterno. E’ lui il mediatore dell’incontro del premier con Patrizia D’Addario.
Intanto dalle carte acquisite nel fascicolo emerge che Barbara Montereale, una delle ragazze invitate a Palazzo Grazioli, ha avuto una relazione con Radames Parisi, nipote del boss malavitoso Santino. Questa notte ignoti hanno appiccato il fuoco all’auto della giovane parcheggiata sotto la casa di Modugno, alle porte di Bari.
Anche Lucia Rossini, la terza ragazza ingaggiata per la serata dell’elezione di Obama, avrebbe avuto una relazione con un rampollo dello stesso clan. Ultimo filone dell’inchiesta, che si annuncia esplosivo, è quello della droga. Alle feste a Bari, come in Sardegna girava cocaina a fiumi, servita a tutti come se niente fosse. Un certo mondo a Bari è in fibrillazione: una ragazza ha fatto il nome e cognome di un politico che tirava con una banconota da 500 euro.
Infine vanno registrate le prese di posizione dell’opposizione contro la scorta del premier. Minniti e Zanda del Pd, Di Pietro e Donadi dell’Italia dei Valori criticano l’uso del nucleo di ex bodyguard della Fininvest che si appoggia ai Servizi segreti: è il Ministero dell’Interno che dovrebbe occuparsi della sicurezza del premier.