Luigi Zanda (Pd): Berlusconi venga in Parlamento e ci tranquillizzi sugli aspetti di sicurezza nazionale

Pubblicato il 9 Settembre 2009 - 19:37 OLTRE 6 MESI FA

Luigi Zanda, vice presidente senatori Pd

Luigi Zanda, vice presidente dei senatori del Pd, è intervenuto sulla vicenda che vede coinvolti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, un imprenditore pugliese e una serie di ragazze di costumi più o meno facili:  «Dopo le notizie pubblicate dal Corriere della Sera sul rapporto tra Tarantini e il Presidente Berlusconi, torna in evidenza la possibile incidenza di quelle vicende sulla sicurezza e sull’interesse nazionale. È di questo che il Parlamento ha l’obbligo di occuparsi con la massima urgenza».

Zanda  così continua: «Diciotto serate e trenta ragazze, sesso a pagamento, utilizzo di sostanze stupefacenti, una girandola di nomi e di circostanze che mostrano una pratica frequentissima di eccessi smodati, un vero e proprio sistema gestito e praticato con molta spregiudicatezza da chi lo organizzava e da chi lo utilizzava. Gli aspetti etici e morali della vita di Silvio Berlusconi, se non violano la legge, non debbono interessare il Parlamento né essere oggetto di dibattito politico. Viceversa,  il Paese e il Parlamento hanno l’obbligo di occuparsi della sicurezza nazionale e di ogni possibile discredito delle Istituzioni che può derivare dagli eccessi comportamentali di chi lo governa. Su tali questioni il Partito democratico chiede da mesi al Presidente Berlusconi di fare chiarezza. Dopo che le residenze private del premier sono state elevate a sedi distaccate di Governo, il Parlamento ha il diritto di sapere se le procedure di controllo e di ammissione degli ospiti sono disciplinate come in tutti i palazzi governativi oppure se mancano regole per l’accesso».

Insiste Zanda: «Il Parlamento deve sapere se sono state condotte indagini volte ad escludere in modo assoluto infiltrazioni di servizi segreti di altri Paesi, di mafie o di organizzazioni criminali tra le persone transitate nelle residenze del capo del governo. Sono passati più di cinque mesi ma sinora  in Parlamento non è stato escluso, in modo documentato, che il Presidente del Consiglio non sia ricattato, ricattabile o anche solo condizionabile a causa delle innumerevoli frequentazioni delle persone che per così tanto tempo hanno avuto la possibilità di avvicinarlo senza alcun controllo».