Melania Rea: Salvatore Parolisi dai pm, “non ha finito di dire ciò che sa”

Pubblicato il 11 Maggio 2011 - 20:56 OLTRE 6 MESI FA

ASCOLI PICENO 11 MAG Dal primo pomeriggio di og – ASCOLI PICENO, 11 MAG – Dal primo pomeriggio di oggi Salvatore Parolisi, marito di Melania Rea, e' di nuovo a colloquio con il pm Umberto Monti di Ascoli Piceno e con i carabinieri che indagano sul brutale omicidio della donna, scomparsa da Ascoli Piceno il 18 aprile e ritrovata due giorni dopo uccisa a coltellate nei boschi del Teramano. Un faccia a faccia e non un interrogatorio, dato che il caporalmaggiore dell' esercito e' di fatto solo un testimone, nonche' parte offesa nel procedimento, che sta rendendo sommarie informazioni testimoniali. Insomma, per ora, un vedovo e non un indagato. Il faccia a faccia, pero', e' in corso da ore e si aggiunge a un' altra audizione di otto ore la scorsa notte. Da quel colloquio era attesa da molti la svolta, in particolare per la posizione di Parolisi, da subito finito sotto la lente degli investigatori per alcune incongruenze e contraddizioni nella ricostruzione delle ore della scomparsa della moglie. In realta' non sono venuti fuori quelli che gli inquirenti definiscono ''spunti'' per la prosecuzione delle indagini, almeno al momento. Il sottufficiale ha ricostruito il quadro di quelle ore, ma anche quello dei rapporti coniugali con estrema sicurezza, in maniera serena: ''non avrei mai lasciato Melania, non avrei mai messo a rischio il matrimonio''' ha detto, nonostante la storia extraconiugale con una soldatessa di 27 anni di cui era stato l'istruttore, uno dei punti piu' spinosi su cui gli inquirenti volevano chiarimenti, perche' Salvatore ne aveva parlato come di una storia di poco conto. Il caporalmaggiore ha spiegato di non avere voluto ferire i sentimenti dei familiari in un momento cosi' drammatico. Ma l'impressione e' che oltre alla sua posizione gli inquirenti si aspettino da lui imput per ipotesi alternative su cui indirizzare le indagini. Cosi' non e' avvenuto la scorsa notte, ma proprio questo aspetto potrebbe essere al centro del nuovo confronto con gli inquirenti. Che suppongono che l'uomo sappia piu' di quanto abbia detto: le contraddizioni della sua versione potrebbero essere servite, ad esempio, a coprire altre responsabilita', piu' o meno consapevolmente. Come e in quale contesto, pero', e' ancora tutto da chiarire, anche se gli investigatori sembrano avere gia' qualche idea. Le indagini vanno avanti, ufficialmente ancora in tutte le direzioni, anche se fin da subito molti accertamenti si sono concentrati sull'ambiente di lavoro di Salvatore, cioe' il Rav Piceno, fiore all'occhiello dell'esercito dove vengono addestrate le soldatesse. Oggi i carabinieri hanno sentito altri testimoni ad Ascoli Piceno, si attendono i risultati degli accertamenti di polizia scientifica del Ris, in particolare sul Bosco delle Casermette a Ripe di Civitella, dove fu scoperto il corpo di Melania e ormai considerato il luogo in cui e' avvenuto il delitto, e quelli del Ros sui tabulati telefonici e sugli spostamenti dei telefonini della coppia e di altre persone tra Ascoli e il Teramano, un'analisi che pero' finora non ha prodotto ''evidenze''. In particolare per quel che riguarda i cellulari di Salvatore e Melania, che tra le 14:20 e le 14:40 del 18 aprile hanno agganciato la cella di Ripe di Civitella, la stessa di Colle San Marco, da dove la donna e' scomparsa. Domani ci sara' un summit dei magistrati di Ascoli Piceno che seguono il caso. Alle viste nuove audizioni, compresa quella di Raffaele Paciolla, la guardia carceraria amica della coppia che Salvatore chiamo' perche' lo aiutasse a cercare la moglie. Paciolla dovrebbe essere sentito su alcune dichiarazioni del vedovo della Rea, che avrebbe riconosciuto il luogo dell'uccisione attraverso delle foto scattate da Paciolla con il telefonino. Ma l'interessato nega recisamente. Parolisi non era andato al Bosco delle Casermette per il riconoscimento della moglie, lasciando il penoso incarico al fratello di Melania, Michele, accompagnato sul posto da Paciolla. Venerdi', nuovo esame sul cadavere della donna con l'obiettivo di circoscrivere l'arco temporale in cui sono state inflitte alcune coltellate post mortem. Forse un tentativo di depistaggio. Oppure un messaggio ben preciso, un avvertimento a chi era piu' vicino alla povera Melania.