“Meglio il carcere del lavoro”: Reggiani rinuncia a semilibertà

Pubblicato il 18 Ottobre 2011 - 16:22 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – “Meglio marcire in carcere che lavorare, non l’ho mai fatto”. Patrizia Reggiani, condannata a 26 anni per l’omicidio dell’ex marito Maurizio Gucci, ha rinunciato alla semilibertà, perché semilibertà significa lavoro e lei dice: ”Non ho mai lavorato nella mia vita”. Come a dire, quindi: “incarceratemi, sbattetemi per sempre in una cella buia e senza cibo, ma vi prego, non mi fate lavorare. Non l’ho mai fatto, non lo so fare e nemmeno mi va di farlo. Nemmeno se questo mi può far rimanere libera, anche se i giudici hanno stabilito che ho assoldato un killer per uccidere mio marito”. Una logica difficile da comprendere, soprattutto oggi che migliaia di giovani e meno giovani sfilano nelle piazze di tutto il mondo per un lavoro.

La Reggiani ha spiegato di preferire “l’equilibrio” raggiunto a San Vittore. Insomma, di fronte alla prospettiva di lavorare, anche stare in carcere per lei è una bella esperienza. Esperienza “equilibrata” che il lavoro andrebbe a infrangere e le toglierebbe tempo per “accudire le piante” e un furetto. Ha tutti gli optional dunque la ex moglie di uno dei capi della casata Gucci, certo non vuole uscire per lavorare. Finora tra l’altro può usufruire di uscite settimanali per andare a trovare la madre. Certo non il massimo, ma evidentemente meglio che “faticare”.

Finita in carcere nel gennaio del 1997 con l’accusa di essere stata la mandante dell’omicidio dell’ex marito, avvenuto nel marzo del 1995, ha già scontato da tempo la metà della pena (tenendo conto dello sconto dell’indulto e della liberazione anticipata), termine che dà la possibilità di richiedere l’accesso alla semilibertà. La donna però non ha mai voluto presentare istanza per chiedere il beneficio che permette di passare parte della giornata fuori dal carcere a lavorare per poi rientrare la notte nel penitenziario. Nel corso dei colloqui con i magistrati del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Reggiani ha fatto presente di non aver ”mai lavorato” e dunque di preferire passare il tempo in carcere, dove può curare le sue piante.

Maurizio Gucci è stato per qualche anno al vertice della casa di moda Gucci. Nel 1995 è stato freddato da un sicario sulle scale di casa, in via Palestro a Milano. Mentre si allontanava dal luogo del delitto, il killer sparò 2 colpi di pistola anche al portinaio, Giuseppe Onorato, senza però riuscire ad ucciderlo. L’ex moglie fu in seguito identificata come mandante dell’omicidio dopo circa 2 anni di indagini.